Mentre in Russia si allargano le proteste, Vladimir Putin si prepara a consegnare un messaggio all’Assemblea federale, il parlamento russo, il prossimo 30 settembre, secondo quanto riferisce l'agenzia stampa Ria Novosti. Il presidente russo si rivolge all’Assemblea federale una volta l'anno con un messaggio sulla situazione nel Paese e sui principali orientamenti della politica interna ed estera. Si tratta di un documento politico e giuridico programmatico che esprime la visione delle direzioni strategiche dello sviluppo della Russia nel prossimo futuro. Il messaggio comprende sia disposizioni politiche, economiche, ideologiche, sia proposte specifiche per l’attività legislativa di entrambe le camere del Parlamento. Un documento parecchio atteso nel bel mezzo di una guerra che ha mobilitato "parzialmente" l'intero Paese, con 300 mila riservisti richiamati in servizio per essere spostati sul fronte ucraino. Una chiamata generale che sta generando chilometri di coda alle frontiere tra quanti provano disperatamente a lasciare il Paese per non essere mandati al massacro. E proprio contro i fuggitivi, Putin ha firmato una legge che inasprisce le pene per i renitenti e coloro che si rifiutano di andare a combattere al fronte. Chi si rifiuta di prendere parte all’operazione militare in Ucraina rischia fino a 15 anni di reclusione mentre coloro che si consegneranno su base volontaria al nemico rischieranno fino a 10 anni di detenzione. Inoltre in un altro passaggio dello stesso provvedimento si intende facilitare la concessione della cittadinanza ai cittadini stranieri arruolati nelle Forze armate russe. In Russia, il numero dei militari a contratto è più del doppio rispetto a quello dei coscritti. Si tratta di stranieri che hanno stipulato un contratto con le Forze armate per un periodo di almeno un anno. I lavoratori stranieri potranno inoltre non rispettare la condizione di «soggiorno continuativo» in Russia per cinque anni dalla data di ottenimento del permesso per l’ulteriore concessione della cittadinanza. Sul fronte operativo, invece, nuovi avvicendamenti al vertice militare: il generale Dmitry Bulgakov, massimo responsabile della logistica, è stato sollevato dalle sue funzioni di viceministro della Difesa e sostituito dal generale Mikhail Mizintsev,  soprannominato “il macellaio di Mariupol” e colpito da sanzioni occidentali. Sarà lui il «responsabile delle forniture materiali e tecniche delle forze armate». «Bulgakov è stato trasferito a un nuovo incarico». Intanto continuano le proteste nelle città. Più di 600 persone in 27 città sarebbero state arrestate nelle proteste organizzate nella giornata di oggi in Russia contro la mobilitazione parziale.