«La giustizia riparativa non è una forma di clemenza, un condono, un risarcimento del danno, un indulto, un’amnistia: è una realtà che sta dando forma al diritto. È terreno nuovo per la nostra cultura penalistica, contemporanea, tutta da comprendere e da esplorare». Con queste parole, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia ha spiegato cosa sia la giustizia riparativa durante la presentazione del quinto corso organizzato dalla Scuola superiore della magistratura, dal titolo "Dalla giustizia sanzionatoria alla giustizia riparativa" presso l’Università Statale di Milano. La Guardasigilli ha ricordato come la riflessione sulla giustizia riparativa non sia nuova alla Scuola che da tempo ne ha affrontato il tema, sin dal primo corso nel 2016 a Scandicci sotto la guida del di Valerio Onida. «La giustizia riparativa vive già nel nostro ordinamento, nasce spontaneamente dalla società civile ed è sostenuta dalla sensibilità di alcuni che hanno saputo cogliere il bisogno con strumenti all’avanguardia - ha specificato la Guardasigilli -, l’avvio di questo quinto corso nasce in un momento particolare: siamo alle battute finali dell’approvazione della riforma del processo penale dove un ampio capitolo è dedicato proprio alla giustizia riparativa». «Io mi auguro che questo corso possa essere di buon auspicio per la conclusione di un percorso già avanzato ma non compiuto» ha aggiunto la ministra. Ricordando come percorsi di giustizia riparativa si stiano diffondendo in tutto il mondo e che proprio a Venezia lo scorso dicembre si sia organizzato una Conferenza dei ministri del Consiglio d’Europa su questo tema, producendo l’utile frutto della Dichiarazione di Venezia, Cartabia ha poi auspicato: «Ci auguriamo che la giustizia riparativa possa vivere come corpo normativo accanto al diritto penale e processuale penale con significativi punti di incontro e che possa interessare molti magistrati».