«C'è un problema di numeri e di gestione dei numeri. Siamo in una situazione inaccettabile. Chi è indagato o parte offesa in un processo e vede la prospettiva della sua decisione rinviata sine die si trova a dovere affrontare una tragedia personale. E qui a Genova, a parte il processo per il crollo del Morandi, non si fa altro». Domenico Caiazza, presidente dell'Unione delle camere penali italiane Gian Domenico Caizza spiega a Genva, le ragioni dell'astensione indetta per lamentare la carenza di organico nel tribunale genovese e il conseguente rinvio al 2025 della fissazione delle udienze, visto l'avvio del processo Morandi e dell'arrivo di altri due maxi dibattimenti. «Questa non è una iniziativa contro il processo Morandi - chiarisce Caiazza - ma siamo davanti a una emergenza nazionale visto che il problema si presenta anche in altri fori. Non si può accettare che si parli di giustizia e riforma della giustizia senza comprendere che mancano magistrati e personale. Con le riforme si interviene sempre sul processo restringendo le garanzie difensive senza parlare dei numeri dell'organico. Noi ci siamo opposti alla riforma della ministra Cartabia. Invece di reclutare 16 mila giovani laureati per supportare i magistrati nella loro attività sarebbe stato meglio bandire un concorso per mille o due mila giudici in più». Secondo Caiazza «il Csm e il vice presidente Ermini hanno fatto quello che potevano fare. Purtroppo non possiamo clonare o fabbricare altri magistrati - dichiara l'avvocato Stefano Cavanna, componente del Consiglio superiore della magistratura -. Capiamo l'appello lanciato dalle Camere penali ma il Csm non può fare di più. Quando è crollato il ponte sono stati mandati quattro magistrati in più. Il problema è nazionale. In una settimana la scopertura è aumentata di un punto». «Se la pianta organica fosse completa - conclude Fabiana Cilio, presidente dei penalisti liguri - qualunque processo si potrebbe fare tranquillamente. Per questo è importante avere una pianta organica completa. La ministra Cartabia è stata molto presente ma non può fare molto. L'effetto dei concorsi banditi si avranno tra oltre tre anni ma sarà troppo tardi. Sono arrivati due magistrati ma non sono sufficienti. Servono rimedi straordinari».