A certificare il testa a testa tra Forza Italia e il terzo polo di Azione e Italia viva è ormai anche il sondaggio più recente, quello di Noto per Porta a Porta. Ma se nelle ultime settimane si sono rincorse le rilevazioni che fanno crescere la lista dell’ex presidente del Consiglio e del suo ex ministro, sembra evidente che molti voti arrivino proprio da lì, cioè da quel bacino di elettorato liberale che si identifica da anni nel partito del Cavaliere. I cui esponenti insistono nel definire il terzo polo come “quarto”, visto che tutti i sondaggi lo danno sotto al Movimento 5 Stelle, ma che non nascondono una certa insofferenza verso chi, dopo aver convinto fior fiore di esponenti azzurri a guadare il fiume, ora stanno raccattando anche diversi voti di elettori forzisti.

E se è vero che dovremo aspettare il 25 settembre per sapere quante persone sin qui affezionate a Forza Italia saranno state ammaliate dal duo Calenda-Renzi, basta guardare lo scenario politico per capire che il calo dei voti azzurri e la contemporanea crescita del terzo polo non possono essere una coincidenza. Gli unici due partiti in crescita, oltre alla lista Azione-Italia viva, sono Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle. Difficilmente i seguaci di Silvio Berlusconi preferiranno Giorgia Meloni (ci perdonerà Gianfranco Rotondi), ancor più difficilmente, diciamo pure che è impossibile, seguiranno Giuseppe Conte. E dunque? Dunque in molti stanno evidentemente ragionando sull’idea di seguire Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Andrea Cangini nel progetto centrista.

Forza Italia, al momento, se pur in calo tiene. E anzi alcuni sondaggi la danno ancora sopra il terzo polo, di qualche punto. Ma se sorpasso dovesse essere, è innegabile che questo creerà qualche problema interno, visto il 14 per cento ottenuto alle ultime Politiche e la riduzione del numero dei parlamentari. Nelle trattative con Lega e Fratelli d’Italia, Forza Italia si è garantita un buon numero di proprio rappresentati nei collegi uninominali, tali da far assorbire anche un eventuale crollo nel proporzionale. Ma quel che è certo è che i fasti del 1994, del 2001 e infine del 2008 sono ormai lontani.

«Non solo non c’è il pericolo che Salvini e Meloni siano irritati per un eventuale calo di Forza Italia, che non ci sarà, ma siccome remiamo tutti nella stessa direzione, andremo dritti verso la meta - spiega Giorgio Mulè, cercando di calmare le acque - Dopodiché il giorno dopo il voto tireremo le somme, ma il centrodestra è formato da quattro cavalli che tirano tutti la stessa biga». Per poi definire «traditori che hanno venduto l’anima» gli ex esponenti di Forza Italia passati alla corte di Renzi e Calenda. Ed è lo stesso Renzi a mettere il dito nella piaga. «Il progetto del terzo polo va oltre il 25 settembre: se va bene quel giorno salviamo il paese, altrimenti ci mettiamo a farlo da lì a qualche mese - ha detto ieri durante l’evento a favore delle grandi opere - Non è che l’inizio e lo sanno bene Forza Italia e Pd che sono terrorizzati del nostro risultato e non parlano che di noi: Berlusconi tutti i giorni dice che il terzo polo non esiste perché vede il sorpasso, e quando parla lo fa coi sondaggi alla mano».

Dopo il polemico faccia a faccia a Cernobbio con Calenda, di un ipotetico sorpasso ha parlato ieri anche il numero due azzurro, Antonio Tajani, postando un sondaggio realizzato da Demos per il Gazzettino nel quale Forza Italia, in Veneto, è stimata all’ 8,7 per cento, con Azione/Italia viva al 7 per cento. «Calenda, anche nella tua roccaforte perdi contro Forza Italia», ha scritto Tajani riferendosi alle 280mila preferenze ottenute da Calenda nel nord est alle Europee del 2019. Nelle prossime due settimane e mezzo quella tra Forza Italia e il terzo polo sarà una vera e propria corsa al centro. E siamo solo all’inizio.