Il deputato Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione, è candidato nel collegio uninominale di Cuneo e al plurinominale in Lombardia 1.

Domani in commissione Giustizia alla Camera inizia la discussione sui pareri relativi alla riforma del processo penale. Il M5S ha annunciato che farà opposizione. Voi?

Noi difenderemo il lavoro fatto dalla ministra Cartabia. Ovviamente faremo delle osservazioni su alcuni aspetti specifici. Su questo provvedimento emergerà netta la distinzione tra chi davvero ha creduto alla riforma e chi ha fatto solo finta di sostenere il governo Draghi.

Che giudizio dà dei programmi elettorali degli altri partiti in materia di giustizia?

Leggo delle cose particolarmente divertenti: da un lato il collega del Pd Walter Verini è preoccupato della deriva manettara e giustizialista qualora vincesse la coalizione di centrodestra, come se i dem non avessero sempre fatto da paravento al M5S. Dall’altro lato vedo un disordine generale: dallo slogan di alcuni esponenti di FdI “buttate la chiave” alle posizioni più garantiste di Carlo Nordio, passando per la Lega che confonde la certezza della pena con la certezza del carcere. Il centrodestra farà molta fatica a governare sui temi della giustizia perché al suo interno ci sono posizioni spesso opposte. Gli unici ad avere una posizione coerente e garantista sono Azione e Italia Viva.

Ci arriviamo al Terzo Polo. Ma le chiedo: si è dimenticato di Forza Italia?

Credo che sia irrilevante all’interno della coalizione se guardiamo alle percentuali (FdI supera il 20%, la Lega sopra il 10%), con tutto il rispetto verso chi al suo interno si occupa di giustizia. Berlusconi però ha lanciato proposte condivise da voi: inappellabilità delle sentenze di assoluzione e separazione delle carriere, ad esempio. Ha fiducia che le porterà avanti? Quello che dice Berlusconi durante la campagna elettorale partendo da una percentuale minima all’interno della coalizione lascia il tempo che trova. Io invece mi preoccupo quando leggo “basta garantismo” pronunciato dal responsabile Giustizia di Fratelli d’Italia.

Indiscrezioni sostengono che Meloni lascerebbe via Arenula alla Lega. Ma Nordio non era stato candidato per diventare ministro della Giustizia? Come spiega altrimenti la sua candidatura alla Camera?

Nordio è una personalità che io stimo. Ha detto molte cose interessanti in questi ultimi giorni che però sono state subito smentite dal partito che lo candida, come se lui avesse parlato a titolo personale.

Veniamo a voi. Quali le riforme da fare subito?

Sicuramente la separazione delle carriere. Noi abbiamo portato avanti questa proposta da sempre ma Pd e Movimento 5 Stelle, in commissione Affari costituzionali, ci hanno frenato. Un altro tema da affrontare è quello delle intercettazioni: qualche giorno fa il presidente del Copasir ci ha ricordato che in materia c’è un vero far west nel nostro Paese, con costi fuori controllo, per non parlare del numero dei “bersagli” e dei tempi delle captazioni. Questo dimostra ormai che in Italia le indagini si fanno solo premendo un tasto, a cui seguono le pubblicazioni degli stralci sui giornali e gli arresti. Poi casomai arriva l’assoluzione ma intanto il danno è fatto. Poi sicuramente dovremmo affrontare il tema dell’abuso della custodia cautelare.

Quindi porterete avanti il programma già proposto in questa legislatura?

Certo, noi siamo coerenti con le battaglie portate avanti e con la rotta indicata dalla ministra Cartabia. Ovviamente noi avevamo degli emendamenti sulle questioni che riproponiamo nel programma: qualcosa abbiamo ottenuto, altri li abbiamo dovuti accantonare per equilibri nella maggioranza, ma adesso li riproporremo con forza. Ad esempio torneremo a battere il pugno sulla questione dei fuori ruolo. Da più parti è stato sollevato il tema della carenza degli organici in magistratura: bene, cominciano a far tornare nei tribunali i magistrati distaccati a via Arenula. Sarebbe comunque un inizio, un segnale. E poi, come ha ricordato il vicepresidente del Csm Ermini in un recente dibattito a cui ho partecipato, una criticità riguarda anche i magistrati con eccessivi incarichi extragiudiziari. Io avevo fatto delle proposte in tal senso, ma il Partito democratico ha difeso lo status quo per non scontentare le correnti della magistratura, magari sperando in qualche posizione nel prossimo Csm.

Ma quindi, per portare avanti il vostro programma guardate più a destra, in teoria?

In questo ultimo periodo, come Azione, siamo stati quelli che hanno ottenuto più risultati sul versante della giustizia, pur essendo solo tre deputati: la legge sulla presunzione di innocenza, il fascicolo di valutazione di professionalità dei magistrati, il diritto all’oblio e le spese legali per gli assolti. Non solo: abbiamo fermato lo stop alla prescrizione di Bonafede. Questi risultati li abbiamo ottenuti con la forza delle idee e con la capacità di trasformare in emendamento e norma quello che avevamo in mente. Non tutti i parlamentari sono in grado di farlo. Quindi non si tratta di guardare a destra o a sinistra, ma di portare avanti le proprie istanze e dimostrare che sono giuste. Per fare questo bisogna avere una identità ben chiara.

Cioè?

Lo Stato deve indagare e istruire processi. Tuttavia ha anche un altro dovere: se una persona risulta innocente deve essere restituita alla società con la stessa immagine e reputazione che aveva prima di essere perseguita dalla giustizia. Oggi purtroppo non è così, perché rimane con un marchio addosso di colpevolezza, sebbene l’esito processuale abbia determinato altro.

Ma non è migliorata un po’ la situazione dopo il recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza?

Vedo dei passi avanti ma nella prossima legislatura bisogna intervenire su un altro punto fondamentale: impedire che possa essere pubblicata alla lettera l’ordinanza di custodia cautelare, che innanzitutto non è ancora vagliata dal Riesame e dalla Cassazione e che contiene al proprio interno stralci di intercettazioni e di atti di indagine che la difesa non ha avuto ancora modo di leggere.

Tra meno di due settimane si vota per i togati del Csm. Cosa si aspetta?

Leggo i programmi dei vari gruppi associativi ma non vedo delineate nel dettaglio le attività che verranno poste in essere per concretizzare quella svolta etica, più volte richiamata dal Capo dello Stato e dalla guardasigilli. Cosa hanno in mente di fare, per esempio, per rendere più trasparente il Csm e per aprirsi maggiormente all’esterno?