Il gas è sempre più caro ma riesce a surriscaldare la campagna elettorale. Gli schieramenti si fronteggiano a colpi di proposte fantasiose e accuse reciproche. E più la data del voto si avvicina più le ostilità si fanno intense. A battibeccare via social network, in questo caso sono il segretario del Pd Enrico Letta e il suo ex alleato Giuseppe Conte. Ad aprire le ostilità è il leader dem, che davanti alle richieste dei partiti al governo di intervenire per calmierare i prezzi sbotta:  «Con quale credibilità chi 37 giorni fa ha fatto cadere il governo Draghi pretende oggi dal governo Draghi misure per la crisi energetica?», è il messaggio rivolto a Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte. Ma se coi primi due le scaramucce non fanno notizia, col leader del Movimento 5 Stelle, fino a pochi giorni socio del "campo largo", è un'altra storia. Infatti Conte non si fa pregare e piccato replica:  «Enrico rispondo alla tua domanda: mentre noi incalzavamo Draghi proponendo soluzioni straordinarie e tempestive contro il carobollette e gli stipendi troppo bassi, forse tu eri distratto tra furia bellicista per il conflitto in Ucraina, armi e inceneritori da piazzare nei decreti», scrive piccato su Facebook. «Se avessi sostenuto quelle nostre proposte ora avremmo soluzioni per imprese e famiglie: nel Conte II con un Pd più attento a questi temi lo abbiamo fatto». Il Movimento, spiega ancora l'avvocato da subito ha chiesto a «Draghi risposte adeguate alla gravità dellemergenza economica, e proprio il fatto che queste non siano arrivate ci ha reso impossibile rimanere corresponsabili di unazione di governo in pieno stallo. Comunque veniamo al sodo, leggi un po': cosa prevede lagenda Draghi per una crisi così grave? Non mi dire altri 6 euro al mese per i lavoratori», attaccando il segretario dem sul fianco sinistro, quello scoperto.