«L’Italia proseguirà a sostenere l’Ucraina». Parola di Mario Draghi. La guerra continua a tenere banco anche in campagna elettorale e il tema del conflitto fa emergere le divisioni tra Pd e Lega, partito più volte messo all’indice con l’accusa di tenere una linea più morbida nei confronti della Russia. Lo schema di accuse e controaccuse tra dem e leghisti, andato in scena per mesi in Parlamento, si ripete anche fuori dalle aule parlamentari in vista del voto del 25 settembre. «Siamo con voi nella lotta all’invasione russa e per la protezione della vostra democrazia e indipendenza», scandisce il presidente del Consiglio Draghi, intervenendo in video al secondo summit della Piattaforma di Crimea, alla quale prendono parte molti leader occidentali e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Io chiedo semplicemente di valutare l’utilità dello strumento delle sanzioni», afferma Salvini a margine di un dibattito dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà al Meeting di Rimini. «Guardiamo i numeri: teoricamente dovrebbero colpire il sanzionato e costringerlo a fermarsi. I numeri delle banche centrali ci dicono che nei primi sei mesi di quest’anno è successo l’esatto contrario: l’avanzo commerciale della Russia nei primi 6 mesi è di 70 miliardi di dollari. È il primo esempio della storia in cui il sanzionato ci guadagna». Quindi Salvini insiste: «Io chiedo semplicemente di valutare l’utilità di questo strumento. Uno strumento che doveva dissuadere Putin e la Russia dal proseguire nell’attacco, numeri alla mano, si sta dimostrato uno strumento che favorisce quell’economia». Il leader leghista infine mette in guardia: «Non vorrei che le sanzioni stessero alimentando la guerra. Mi auguro che a Bruxelles questo ragionamento lo stiano facendo». Su un fronte nettamente opposto il segretario dem: «Le sanzioni sono una scelta europea, vanno prese insieme ai nostri alleati europei. Credo che la cosa peggiore che si possa fare in questo momento è dare segnali di cedimento a Putin», avverte Letta, anche lui ospite del Meeting. «Penso che il nostro paese su questo debba essere molto netto e chiaro, mantenere il filo delle sue alleanze europee e internazionali, non cambiare linea perché vorrebbe dire darla vinta a Putin. E abbiamo tutti visto come Putin sta gestendo il rapporto con l’Ucraina e l’Europa creando una condizione di ricatto. Putin sta ricattando l’Italia e l’Europa e al ricatto non si risponde con il cedimento», insiste. Anche per il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, presente al Meeting, non bisogna abbassare la guardia: «Dobbiamo sostenere gli ucraini perché i prossimi potremmo essere noi. Le intenzioni di Putin non sono chiare, quindi supportare gli ucraini significa difendere anche difendere i nostri confini».