«Ribadiamo che saremo garanti, senza ambiguità, della collocazione italiana e dell’assoluto sostegno all’eroica battaglia del popolo ucraino. Posso dire che un Italia guidata da Fratelli d'Italia e dal centrodestra sarà un Italia affidabile sui tavoli internazionali». Dopo aver incassato una vittoria politica al summit di coalizione, Giorgia Meloni entra subito nella parta di leader dell’alleanza e aspirante premier e prova a rassicurare avversari politici e partner internazionali. Sotto i riflettori della pubblica opinione è finita infatti la Lega di Matteo Salvini.

Secondo la Stampa, infatti, che cita presunti «documenti di intelligence», tra il 27 e il 28 maggio, vi sarebbero stati contatti tra il consigliere di Matteo Salvini per i rapporti internazionali, Antonio Capuano, e Oleg Kostyukov, «importante funzionario dell’ambasciata russa» in Italia. Non solo, il diplomatico avrebbe chiesto a Capuano «se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo». Se così fosse, l’incontro ricostruito dal quotidiano torinese sarebbe davvero inquietante.

Il documento però non trova conferme nei servizi italiani. «Le indiscrezioni apparse sul quotidiano La Stampa, in merito all’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il governo Draghi, sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli apparsi nei mesi scorsi», scandisce il sottosegretario alla Presidenza del consiglio nel governo Draghi, con delega alla Sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli.

E se al Carroccio basta il chiarimento di Gabrielli per derubricare la notizia a «fake news», le altre forze politiche, in piena campagna elettorale, chiedono chiarimenti a Salvini. «Noi porteremo questa vicenda al Copasir e faremo interrogazioni parlamentari. Vogliamo capire se dietro quegli atteggiamenti della Lega ci fosse la regia di Putin. Sarebbe un fatto assolutamente grave», dice Letta. «Chiediamo a Meloni, candidata premier del centrodestra, se le sta bene di stare nella stessa coalizione del partito che ha tramato con la Russia». Meloni però non sembra scomporsi.