Il magistrato Nicola Gratteri, in un incontro tenutosi a Tropea, è ritornato ad attaccare la ministra della Giustizia Cartabia perché nella riforma sarebbero previste le “case dell'amore” per i detenuti. “Ben 28 milioni, ci costa!”, ha voluto sottolineare. Non si comprende come, un magistrato così attento, possa aver rievocato ancora una volta la bufala diffusa da un giornale e poi ripresa da altri personaggi disattenti come i deputati di Fratelli d’Italia e Lega. Su Il Dubbio abbiamo scritto ben due articoli per decostruire questa fake news. Anche lo stesso ministero della Giustizia è stato costretto a diramare un comunicato per smentire tale notizia. In realtà, ancora una volta, tocca ricordare che la Regione Toscana ha presentato nel 2020 un disegno di legge sull’affettività delle persone detenute (e anche la Regione Lazio) ed è tuttora rimasto nel cassetto della commissione giustizia. Nello scorso mese di marzo la 5a commissione del Senato (Bilancio) ha richiesto al ministero della Giustizia tramite il Dipartimento per i rapporti con il Parlamento una relazione tecnica su una stima di massima dei costi di realizzazione. I tecnici del ministero, chiamati a rispondere, hanno trasmesso una valutazione orientativa dell’eventuale impatto economico dell’intervento per rendere concreta la legge sull’affettività che serve per equipararci al resto dei paesi europei. In ogni caso i fondi rientrano già in quelli stanziati per l’edilizia penitenziaria. Però parliamo del nulla, visto che il disegno di legge è tuttora rimasto nel limbo .Non si comprende perché Gratteri non si sia documentato, eppure continua a parlare delle carceri in chiave populista. Sicuramente conosce alla perfezione la mafia calabrese, ma è chiaro che non padroneggia allo stesso modo il sistema penitenziario. A sua discolpa bisogna dire che non è l’unico tra i colleghi. I soli che hanno le competenze sono i magistrati di sorveglianza. Bisognerebbe saperli ascoltare.