Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica a Bologna, spiega che «Draghi non poteva fare di più» e auspica, «urne subito».

Professor Pasquino, come commenta le vicende di ieri?

Credo che Draghi abbia fatto tutto quello che doveva fare. Doveva chiamare tutti al loro senso di responsabilità e doveva ribadire i risultati ottenuti dal governo, per poi focalizzare l’attenzione sul percorso del Pnrr e quali sarebbero le conseguenze negative del non poter continuare l’opera. L’ha fatto con durezza, certo, senza nessuna concessione ai partiti e ricordando anzi le inadempienze di alcuni di loro, che se la sono legata al dito. L’ha fatto anche per il sostegno ricevuto da duemila sindaci che rappresentano bene le loro comunità e hanno diritto di essere ascoltati.

Il centrodestra ha deciso di non votare la fiducia nel pomeriggio, dopo il discorso di Draghi. È stata quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

È successo semplicemente che Lega e Forza Italia hanno deciso di rovesciare il tavolo. Hanno detto che il governo non andava più bene, che bisognava cambiare la composizione dei ministri togliendo quelli del M5S.L’hanno fatto per andare contro l’M5S? Probabilmente si. Sapevano che sarebbe finita cosi? Probabilmente no, magari pensavano che Draghi avrebbe almeno in parte accondisceso ai loro desideri, ma non poteva accondiscendere.

Dall’altra parte, Letta ha giudicato «grave e sbagliata» la scelta M5S. Il campo largo è finito?

Il campo largo è un’ipotesi che rimane e che deve essere costruita con quel che rimane dei Cinque Stelle, purché siano Cinque Stelle “di governo”. E soprattutto il campo largo non può essere una proposta di opposizione, perché tanto “vince il centrodestra”. Il Pd deve trovare il maggior numero di alleati possibili. Ma non so se basteranno.

Ora quali scenari si aprono?

Qui purtroppo le mie preferenze si scontrano con le mie analisi. Le mie preferenze sono che non bisogna tirare la corda e che quindi il presidente della Repubblica debba indire elezioni anticipate il prima possibile, senza indugio. Serve un governo in carica già a partire dalla fine di settembre, che faccia la finanziaria e che prosegua tutto quello che è già stato avviato in termini di Pnrr. Sarebbe la soluzione più chiara e toglierebbe un po’ di erba che sta crescendo sotto i piedi di Giorgia Meloni.

L’altro scenario?

Mattarella potrebbe anche dar vita a un governicchio pre elettorale. Non mi pare una buona idea ma è certamente nelle prerogative del capo dello Stato, il quale prende atto che le forze politiche sono molto spaccate tra loro e quindi nomina un governo di garanzia che faccia le cose necessarie, compresa la legge di bilancio se le elezioni non daranno un esito risolutivo.Ricordo che non è affatto sicuro che vinca il centrodestra, i sondaggi dicono così ma poi ci sono gli elettori.

La scorsa settimana c’era una frattura con i Cinque Stelle, ieri invece di ricomporsi si è allargata a Lega e Forza Italia: crede che Draghi poteva gestire meglio la crisi?

Questo è molto difficile da dire. Come detto Draghi doveva richiamare tutti alle loro responsabilità, poi c’è stato il colpo d’ala del centrodestra che voleva approfittare di questa situazione di difficoltà per addebitare tutto il peso della crisi sui Cinque Stelle e guadagnare potere con un rimpasto. Draghi ha fatto il possibile, perché è difficilissimo per chiunque, anche per un politico vero riuscire a gestire le trame dei politici di carriera. No, non credo che avrebbe potuto fare di più.