Nella replica di Carlo Renoldi a chi, in Parlamento, lo aveva censurato per l’ok alla visita di Nessuno tocchi Caino al 41 bis, c’è stato, in particolare alla Camera, un passaggio significativo sul ruolo dell’avvocato. Tutto è iniziato dal deputato di Iv Catello Vitiello, penalista di professione: dopo aver prefigurato che «l’epopea della subcultura sta terminando», ha cercato di spendere parole in difesa dei colleghi, ma è stato bruscamente interrotto dalla 5S Giulia Sarti. La quale ha obiettato: «I legali in visita coi radicali erano difensori di reclusi al 41 bis ristretti proprio nelle carceri visitate».

Momento di tensione, interviene il presidente della commissione Giustizia Perantoni a calmare le acque. Ma Renoldi anche in questo caso ha dato una lezione a tutti, anche sul piano della logica: «L’avvocato è un soggetto istituzionale», ha ricordato innanzitutto, «esercita un ministero da professionista, ma ha una funzione di rilevanza costituzionale visto che la difesa è un diritto fondamentale; l’avvocato è quel soggetto che ha la possibilità di effettuare colloqui riservati, cioè non uditi da nessuno, non video registrati, che ha la possibilità, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, anche di intrattenere corrispondenza inaccessibile ai controlli con i visti di censura per quanto riguarda i detenuti al 41bis; siamo in presenza di soggetti che avrebbero potuto in qualunque momento effettuare dei colloqui con i loro assistiti assolutamente segreti. In questo caso hanno effettuato una breve interlocuzione sulla vita carceraria alla presenza del Gom, che è nelle condizioni di intervenire immediatamente se la norma non è rispettata. Dunque questa è la base fattuale, ho ricordato anche quella normativa. Non sprechiamo altre energie».

Peccato che non sia bastato perché alcuni parlamentari hanno chiesto di vedere le relazioni del Gom nel seguito dell’audizione che si terrà nei prossimi giorni. Si è dissociato Walter Verini del Partito democratico: «A me non servono quelle relazioni, mi fido della parola del capo del Dap». E ha concluso: «Nessuno tocchi Caino non è una associazione sospetta, anzi rende più umana la condizione carceraria. La presenza, in particolare di Rita Bernardini, migliora e non peggiora la vivibilità carceraria». Dem e Cinque sempre più divisi da qualche giorno, anche sul tema carcerario.