Fine vita, unioni civili, droghe leggere, prostituzione, maternità surrogata. Chi di noi non si è mai interrogato su almeno uno di questi temi? Anzi: chi di noi non ha rischiato la rissa parlandone a cena? Ché per discuterne non occorre essere fini giuristi, basta porsi alcune domande. E coltivare la cultura dell’etica. Anche se quando si parla di etica non c’è mai una sola risposta. E tra legge e morale, chi rischia di rimanere schiacciato è proprio chi quelle domande le pone: il cittadino. Allora ecco che la questione si sposta: chi è il cittadino italiano? E come la pensa sui temi etici? Un ritratto accurato lo offre l’Eurispes nel Rapporto Italia 2022. All’opinione degli italiani sui temi etici è dedicato un intero capitolo, e la novità - rispetto ai precedenti sondaggi - riguarda alcuni argomenti particolarmente delicati e divisivi divenuti oggetto d’indagine, come il cambiamento di sesso e l’identità del genere. Anche se il dato che emerge con maggiore chiarezza riguarda il modo in cui siamo cambiati con la pandemia, un cambio di paradigma che assomiglia a una vera e propria rivoluzione.«La dimensione del dubbio - si legge nel rapporto - è la vera eredità che il Covid ha lasciato alle nostre società che, se saputa interrogare, può restituire nelle sue infinite sfaccettature la verità di cui abbiamo bisogno». Il risultato? Vediamolo nel dettaglio. Fine vita, esiste un diritto a morire? Naufragato il tentativo referendario, per il quale erano state raccolte 1,2 milioni di firme, nelle ultime settimane il tema è tornato attuale con la storia di Fabio Ridolfi, morto lunedì scorso a 46 anni.Immobilizzato per 18 anni a causa di una tetraparesi, Fabio aveva tutti requisiti per scegliere il suicidio assistito, un diritto esercitabile sulla base della sentenza Cappato\Dj Fabio della Corte Costituzionale. Ma il servizio Sanitario Regionale delle Marche, dopo aver comunicato il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione. Così Fabio ha scelto la sedazione profonda e continua. Una scelta obbligata, come ha denunciato lui stesso. Che si è sentito un cittadino di serie B, ignorato dallo Stato. Un cittadino la cui vita non dipende dalle proprie scelte, ma da lungaggini burocratiche. E questo, in buona sostanza, perché non abbiamo ancora una legge sul fine vita. Ciò che abbiamo è una disciplina sul testamento biologico, che al pari dell’eutanasia rappresenta una materia altamente controversa che «incontra alterne fortune nel corso degli anni»: nel 2022 la percentuale di favorevoli è del 69,3%, in calo rispetto al 71,5 del 2021. L’espressione di massima condivisione si è avuta nel 2020, con il 73% degli italiani per il sì. Discorso analogo per l’eutanasia: nel 2022 torna a crescere il numero di favorevoli, con il 74,9%, ma si registra un calo rispetto al 2020. Chiusura netta invece sul suicidio assistito: nel 2022 solo quattro italiani su dieci si dichiarano a favore. E il “no” è rimasto sostanzialmente invariato negli anni. Unioni civili. Sulla tutela giuridica delle coppie di fatto il sondaggio rivela un andamento altalenante, con una netta flessione del consenso rispetto al passato. Anche se il numero di favorevoli nel 2022, con il 67,1% di sì, si avvicina al risultato del 2016 (67,6%), anno di entrata in vigore della “legge Cirinnà” che ha introdotto nel nostro ordinamento le unioni civili e ne disciplina il funzionamento. Cresce il sì invece sul matrimonio “egualitario” (61,3% nel 2022), con un aumento di oltre dieci punti rispetto al 2019. Ma meno della metà degli italiani apre alla possibilità di adozione per le coppie omogenitoriali (48,3%), anche se rispetto al passato qualcosa si muove. Maternità surrogata. L’argomento che gli italiani proprio non digeriscono è la gestazione per altri, con solo il 36,4% dei cittadini che si dichiara favorevole all’utero in affitto. E ad esprimere maggiore contrarietà sono gli elettori di centrodestra, formazione politica che vorrebbe rendere questa pratica reato universale. Più tollerata la fecondazione eterologa: nel 2022 la possibilità di avvalersi di un donatore per la procreazione incontra il favore del 56,9% del campione. Altro tabù è la legalizzazione della prostituzione, che trova favorevoli, nel 2022, circa la metà degli italiani: il 49,1%. Con una forbice ampia tra uomini e donne: il 53,6% a fronte del 44,4%. Sul riconoscimento delle identità di genere, il campione si spacca a metà, con il 49,2% di sì. Mentre la possibilità di autorizzare il cambiamento di sesso tramite autodichiarazione dell’interessato, anche senza certificazioni mediche, trova d’accordo meno di quattro italiani su dieci (37,6%). Ma gli italiani si dividono anche sul tema della legalizzazione delle droghe leggere: nel 2022 poco più della metà degli italiani si dichiara a favore (52,3%), una quota comunque crescente rispetto al passato. Il discorso cambia se si analizzano i dati in base all’età, al sesso, alla provenienza geografica, all’area politica o al titolo di studi. L’ultimo parametro, in particolare, mostra come le persone con un grado di scolarizzazione più alto siano «l’avamposto delle posizioni più progressiste presso l’opinione pubblica rispetto a una varietà di temi etici». Stesso discorso per i più giovani, che si dimostrano i più aperti sui diritti civili. Soprattutto sull’eutanasia, con l’84,1% di consensi nella fascia 25-34 anni. Più complessa l’analisi di genere.Generalmente sono le donne a mostrarsi più aperte, soprattutto sul superamento della “famiglia tradizionale”. Mentre su fine vita, droghe leggere e prostituzione sono gli uomini ad esprimere maggioramente pareri positivi. Ma il dato più interessante riguarda i temi legati alla maternità: solo il 34,3% delle donne si esprime a favore della surrogata (contro il 38,3% degli uomini). C’è solo una cosa che unisce tutti: l’argomento che sta più a cuore degli italiani è la tutela degli animali. Con l’82,7% del campione che si esprime contro la vivisezione, e il 76% contro la caccia.