Marina Ovsyannikova sta pagando un prezzo molto alto per le scelte coraggiose dei mesi passati. Dopo aver mostrato un cartello contro la guerra in Ucraina, durante il telegiornale filogovernativo di Channel One, la giornalista- dissidente fa i conti con la durezza dei media ucraini e con la conclamata avversione della Russia (si veda anche Il Dubbio dell’ 8 giugno).

Tanto in Ucraina quanto in Russia viene considerata una spia. A Kiev la ritengono vicina all’Fsb (i servizi segreti russi), a Mosca impegnata a fornire supporto ai britannici. Inoltre, in Ucraina l’ostilità si è manifestata con l’annullamento di alcune iniziative che avrebbero dovuta averla come protagonista. Marina è però una donna forte e, nonostante il clima pesante che la circonda, continua per la sua strada e a fare il lavoro che ama. Non dimentichiamo che anche ad Anna Politkovskaja fu fatta terra bruciata dal sistema putiniano, fatte salve le profonde differenze tra Ovsyannikova e la giornalista di Novaja Gazeta.

Dopo la clamorosa protesta davanti a milioni di telespettatori, negli studi del Primo Canale, il giornale tedesco Die Welt si è assicurato la collaborazione giornalistica di Ovsyannikova. Da un paio di mesi la sua città di adozione è Berlino. Da qui, almeno fino all’inizio del prossimo autunno, Marina Ovsyannikova racconterà quanto accade in Ucraina dal suo duplice osservatorio, dato che è originaria di Odessa e ha lavorato per anni con la televisione che incensa ogni giorno la Russia di Putin.

Le scelte professionali di Marina hanno avuto dirette ripercussioni sulla sua vita privata. Lontana dai figli, rimasti a Mosca, rischia di combattere su due fronti. Il primo: difendersi dalle accuse e dall’inevitabile processo cui andrà incontro a seguito della contestazione negli studi di Channel One. Il secondo fronte, quello più delicato, riguarda il ricongiungimento con almeno la figlia minore. Vorrebbe riabbracciarla e averla con sé a Berlino, ma si tratta di una cosa tutt’altro che facile.

L’ex compagno, giornalista del desk spagnolo e dell’America Latina di Russia Today (uno degli amplificatori della voce e delle gesta del Cremlino), le sta dando filo da torcere proprio sull’affidamento dei figli e pretende la piena custodia. Il figlio maggiore ha dichiarato nelle scorse settimane di essere «un forte sostenitore della guerra in Ucraina» e considera la madre «una traditrice». Abbiamo contattato la reporter per commentare con lei le ultime vicende.

«Vivo con tristezza – dice ancora al Dubbio Marina Ovsyannikova – questa difficile situazione, ma mi faccio forza. Stare lontano da mia figlia è la cosa che mi pesa di più». In tutto questo, però, Marina non perde l’ottimismo, che le viene trasferito dai numerosi attestasti di stima, dalla vicinanza dei lettori e dalla considerazione dei media italiani. Il nostro giornale ad aprile ha avuto il piacere di intervistare Marina (siamo stati i secondi dopo la trasmissione televisiva “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio).

«Grazie Italia – continua Ovsyannikova – per quanto fai. Mi sostieni davvero in questa situazione assurda. Avrei voluto lavorare in Ucraina come giornalista, mostrare i crimini di Bucha, di Kharkiv, registrare un'intervista con Zelensky». Tutto congelato per il momento. Marina è conscia di essersi messa contro l’apparato di potere e mediatico della Russia di Putin. «Per distruggere la propaganda del Cremlino – aggiunge - ho dovuto dire la verità ai russi. Alla fine tutto si è trasformato in un'assurdità. Sto pensando di tornare a Mosca per partecipare al processo nel quale sarò coinvolta. Combatterò e lo farò prima di tutto per mia figlia, che dovrebbe vivere con me, non con suo padre».