È morto a Milano all’età di 56 anni, dopo una lunga malattia, Angelo Chessa, primario di ortopedia, figlio di Ugo Chessa, comandante del traghetto Moby Prince, che il 10 aprile 1991 entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno. Insieme al fratello Luchino, Angelo Chessa è stato anima dell’Associazione "10 Aprile" che, con l’Associazione "Io sono 141", hanno tenuto vivo il ricordo delle vittime della più grande tragedia della marineria civile e si sono battuti per la verità sui motivi del disastro che costò la vita al loro padre ad altre 140 persone. Per 30 anni, insieme al fratello Luchino, Angelo si era impegnato per individuare la verità sul rogo del Moby Prince e per tenere alta la reputazione del padre. Insieme alle associazioni, ricorda Salvetti, Chessa «ha dato un contributo fondamentale per riaprire le inchieste e attivare le commissioni parlamentari che devono fare luce sulla tragedia e sulle tante lacune emerse nella ricostruzione dell’incidente e sugli interrogativi aperti». «La scomparsa di Angelo Chessa sarà un ulteriore stimolo per l’Amministrazione per non dimenticare, né ora né mai e per stare al fianco dei familiari delle vittime del Moby nell’inseguire giustizia e verità», ha detto il sindaco.