«Di certo la riforma avviata dalla signora Ministro Cartabia è positiva e va sostenuta, ma non è sufficiente. Dal buon funzionamento della macchina giudiziaria passa tutto ciò per cui ho fatto numerose lotte politiche, dai diritti umani, alle libertà economiche e civili, alla difesa dei più deboli. Per non parlare della burocrazia, le carceri, i migranti e via dicendo. Serve una riforma coraggiosa e complessiva, perché dalla giustizia giusta passa lo Stato di diritto e quindi la democrazia e la tutela delle libertà». Così la senatrice Emma Bonino in merito ai quesiti referendari sulla giustizia per i quali si vota domenica, in un’intervista a La Stampa. Sul fatto che i quesiti portino la firma del leader della Lega, Matteo Salvini, Bonino sottolinea: «Sono sempre contenta quando vedo un avversario politico che sostiene le iniziative che hanno riguardato tutta la mia storia politica. È così per l’europeismo, cui tutti ora sembrano entusiasti sostenitori, manco volessero togliermi il "core business" che mi ha portato a fondare +Europa. Lo stesso vale sulla giustizia. Il coinvolgimento di Salvini è arrivato in corsa su un’iniziativa del Partito Radicale, ma, raccolte le firme, sembra ora non gli interessi più la buona giustizia. Mi pare sia più interessato a mettere in discussione le scelte di Draghi e a correre in soccorso dell’amico Putin - diciamo che il garantismo e la simpatia per quei regimi dove la libertà dei cittadini è annichilita sono un po' in contraddizione - e i referendum non siano la priorità».