È una «barbara guerra di aggressione» quella che il presidente russo Vladimir Putin ha scatenato contro l'Ucraina. Ne è convinta l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel, che nel suo primo discorso pubblico a sei mesi dalla fine del suo incarico descrive come un «punto di svolta di grande portata» l'invasione russa dell'Ucraina. «La mia solidarietà va all’Ucraina che è stata attaccata e invasa dalla Russia», ha detto Merkel, «e sostengo il suo diritto all’autodifesa». L’ex cancelliera, che ha subito critiche per essere andata avanti con il raddoppio del gasdotto russo-tedesco Nord Stream, ha affermato che l’invasione dell’Ucraina è «la più clamorosa violazione» del diritto internazionale avvenuta in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. «Nessuno è in grado davvero di stimare i vasti effetti di questo conflitto armato», ha proseguito Merkel, che ha poi definito la strage di Bucha «rappresentazione dell’orrore». Durante il suo discorso Merkel non ha menzionato nemmeno una volta il presidente russo Vladimir Putin, con cui aveva rapporti cordiali, e ha avvertito che «non dovremmo mai dare la pace e la libertà per scontate». In questa «tristezza senza fine», Merkel ha visto un «raggio di speranza» nel sostegno a Kiev dato da Polonia, Moldavia e altri Paesi confinanti e ha chiesto ai tedeschi di fare la loro parte per l’unità dell’Europa in una situazione, come quella attuale, in cui «è vitale che l’Europa sia coesa».