«Da Report è arrivato un contributo davvero di servizio pubblico, nel giorno della ricorrenza della strage contro Falcone e la sua scorta», ha affermato il deputato di Italia Viva e segretario della commissione Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. Quindi sarebbe servizio pubblico dare credito alla pista Gladio o all’ex estremista di destra Alberto Volo, scartati entrambi già da Falcone nel suo ultimo atto prima di lasciare l’allora procura di Palermo? Sulla presenza a Capaci dell’ex appartenente di Avanguardia nazionale, detto “er caccola”, Stefano Delle Chiaie, il livello è identico visto che ci si aggrappa a un de relato (e ora casualmente si parla di registrazioni sparite).

Nel '92  in 10 verbali il collaboratore Alberto Lo Cicero mai ha menzionato Delle Chiaie

Curioso che nel ’92, innanzi ai pm di diverse procure e anche all’allora brigadiere Walter Giustini, in tutti e 10 i verbali che vanno dal ‘92 al 1996, mai il collaboratore Alberto Lo Cicero ha menzionato Delle Chiaie, personaggio già alla ribalta. Ma tutto ciò meriterà un altro approfondimento a parte. Dobbiamo pensare che nel nostro Paese, non a caso al 58esimo posto nella classifica annuale che valuta lo stato del giornalismo, è servizio pubblico omettere le conclusioni delle indagini di Falcone che farebbe mettere in discussione l’eterna pista usata e abusata che, di fatto, allontana altre verità ben documentate?

Il pentito Pietro Riggio considerato inattendibile dalla procura di Caltanissetta

È grande giornalismo di inchiesta riproporre il pentito Pietro Riggio considerato – come ha riportato Repubblica (ma Il Dubbio - il 26 ottobre 2020 e il 18 dicembre 2020 - lo ha già analizzato come dovrebbe fare il giornalismo indipendente) – inattendibile dalla procura di Caltanissetta? È vero giornalismo intervistare Marianna Castro, ex moglie dell’ex poliziotto millantatore Peluso, senza accorgersene che ha detto cose diverse rispetto a ciò che si legge nelle sue dichiarazioni (altrettanto surreali) rese alla procura nissena? Quindi, anche secondo il deputato di Italia Viva (non del M5s, dai quali è più naturale attendersi tali dichiarazioni), a quanto pare è giusto fuorviare l’opinione pubblica assuefatta dalle dietrologie più disparate.

La reazione dell’avvocato Fabio Trizzino alle puntate di Report dove riesuma la pista P2, Gladio ed eversione nera

A trent'anni di distanza dalla strage di Capaci, per onorare la memoria di Falcone si infanga stravolgendo non solo il suo pensiero distante anni luce da taluni teoremi che già lo perseguitavano, ma anche il suo metodo di indagine. Non è interessato a nessun politico, tantomeno della commissione Vigilanza Rai, il grido di dolore dell’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino come reazione alle puntate di Report dove riesuma la pista P2, Gladio ed eversione nera, che nulla hanno che fare con le stragi di Capaci e di Via D’Amelio. A nessuno, tranne che alla procura di Caltanissetta che - con un comunicato a firma del procuratore Salvatore De Luca - è stata costretta a smentire talune notizie riportate da Report che «possano causare disorientamento nella pubblica opinione e profonda ulteriore amarezza nei prossimi congiunti delle vittime delle stragi».

Report ritira fuori un interrogatorio al neofascista Volo del 2016

Ancora una volta, Report, senza alcun pudore, ritira fuori un interrogatorio del neofascista Alberto Volo reso ai pm nel 2016. Ed è lì che ha dichiarato di aver parlato con Borsellino, tanto che quest’ultimo gli avrebbe addirittura confidato di essere certo che ad armare quell’attentato contro il collega Falcone non fu la mafia. «Gli dissi quello che io temevo e scoprii – dice Volo ai pm – che lui era praticamente sulla stessa linea di pensiero, assolutamente. Soprattutto che non credeva assolutamente alla teoria del bottoncino. Io sono troppo intelligente per credere a questa sciocchezza». Volo, sempre davanti ai pm, sostiene che fu l’ex dirigente del Commissariato competente, Elio Antinoro, a organizzare l’incontro con Borsellino. Un episodio smentito clamorosamente dall’ex commissario.

Per Falcone l'ex neofascista Volo era del tutto inattendibile

Che le parole di Volo siano stato invece vagliate da Falcone, è cosa nota. Talmente nota che il giudice ucciso a Capaci, scrisse nero su bianco che è del tutto inattendibile: «Si consideri ancora – si legge nell’ordinanza sui delitti eccellenti sottoscritta da Falcone – , come sull’onda dell’attualità il Volo abbia preteso progressivamente di identificare un modesto circolo palermitano come la “Universal Legion” con la “Rosa dei venti”, oggetto di notissime inchieste giudiziarie negli anni 70, e poi con la struttura “Gladio”, alla quale infine egli afferma, anzi deduce di appartenere, “rivelando” i suoi presunti rapporti con il generale Inzerilli (dirigente effettivo della struttura negli anni 80) soltanto il 20 novembre 1990, dopo che l’alto ufficiale ha rilasciato un’intervista alla Rai – Tv, e “deducendo” ancora l’appartenenza alla stessa Gladio di Giuseppe Insalaco da una battuta che quest’ultimo (per la verità assai improbabilmente) gli avrebbe fatto sulla ”Universal Legion”».

Falcone a proposito di Volo parla di “mitomanie” e “protagonismo”

Non solo. «La palma del “migliore” se così si può dire – scrive ancora Falcone -, spetta certamente ad Alberto Volo. Nei suoi racconti egli è capace di accomunare idee politiche e tarocchi, contatti con servizi segreti e vicende amorose. La vicenda nella quale è implicato esalta la sua mania di protagonismo. Vale la pena di rilevare immediatamente come il comportamento del Volo in questo processo risponda a quel ruolo fantastico e delirante del quale l’imputato ha deciso di connotare ogni momento della sua esistenza». Poi Falcone prosegue con un esempio quando Volo si autoaccusò di far parte di organizzazioni eversive e di sapere tutto sulla strage di Bologna Ma quindi Falcone ha preso in considerazione Alberto Volo su quale aspetto? Presto detto. «Deve essere chiaro – spiega sempre Falcone-, peraltro, che dietro alle “mitomanie” ed al “protagonismo” del Volo (e che lo inducono alle più distorte e talvolta fantasiose ricostruzioni dei fatti) sta comunque il suo inserimento, quantomeno a livello conoscitivo, nella realtà umana della destra eversiva. La frequentazione del Mangiameli lo ha portato a sapere molto dei fatti legati al terrorismo ed anche dei progetti in atto».

Anche all'epoca di Falcone i mass media pompavano il millantatore Alberto Volo

Ma per essere più chiari, è utile riportare fedelmente anche cosa Falcone ha scoperto su Gladio, pista che – solo per fare un esempio - creò grossi intralci anche alle indagini che il giudice Guido Salvini intraprese sulla strage di Piazza Fontana. Ecco, quindi, un passaggio chiaro su cosa pensava Falcone del presunto coinvolgimento della Gladio: una sciocchezza. Da notare quanto non sia cambiato nulla: anche all'epoca i mass media pompavano il millantatore Alberto Volo.

A pagina 1550 dell'ordinanza Falcone smentisce che abbia avuto mai contatti con i servizi segreti

È un passaggio che si trova pagina 1550 dell’ordinanza sui delitti eccellenti. È l’ultimo atto di Falcone, ma Report, il servizio pubblico elogiato anche dal deputato di Italia Viva Anzaldi, non lo cita: «Va pure evidenziato che non è risultato che Alberto Stefano Volo abbia mai avuto contatti con i servizi di sicurezza o con l’organizzazione Gladio, nonostante le dichiarazioni recentemente rese ai giornali ed alle tv dal medesimo. Con riguardo alla Gladio, è opportuno ricordare, poi, che ulteriori accertamenti documentali sono stati compiuti dall’ufficio del pm di Palermo, nell’ambito di un diverso procedimento, riguardante l’omicidio di Giuseppe Insalaco.

In tale sede, l’esame della documentazione completa concernente tutte le persone inserite nella struttura o anche semplicemente “valutate” per un loro eventuale inserimento, ha consentito di escludere l’esistenza di alcuna relazione con i temi e le persone costituenti oggetto del presente procedimento. In tal modo, come si è già detto nella parte relativa all’omicidio dell’on. La Torre, si è pure venuti incontro ad una specifica richiesta della p.o. P.C.I. – P.D.S.». Grave che un canale di Stato ometta tali circostanze. Grave che l’opinione pubblica venga disinformata, creando un devastante e forse irreparabile sprofondamento nell’ignoranza. Oltre a eventuali pressioni contro quei magistrati seri in circolazione che si occupano delle stragi.