«Per me, è stato innanzitutto il maestro che mi ha aperto la strada. Un gigante del diritto costituzionale, sempre pronto a misurarsi con le sfide della storia e ad intrecciare lavoro accademico con ardente impegno civico». La ministra della Giustizia Marta Cartabia ricorda con «affetto e sentimenti di profonda gratitudine» il professore Valerio Onida, scomparso ieri a 86 anni, «incontrato da studentessa nelle aule universitarie di Milano e rimasto sempre un punto di riferimento». Professore universitario per 26 anni, avvocato, giudice e presidente della Corte costituzionale, Onida era «un fuoriclasse in una generazione di costituzionalisti di straordinaria statura - ricorda la guardasigilli -. Un fuoriclasse che portava la sua grandezza con una semplicità disarmante». «Per tutta la vita, Valerio ha messo la sua passione contagiosa, la sua disarmante semplicità, la sua limpida intelligenza al servizio delle istituzioni e dei diritti degli ultimi, come i detenuti - sottolinea la ministra - Una guida illuminata per generazioni di giuristi, si è adoperato costantemente per la formazione dei più giovani, tanto da battersi per l’istituzione della Scuola superiore della magistratura, di cui è stato primo presidente, e a cui non ha mai smesso di dedicarsi». Il ricordo commosso della ministra corre a quelle aule universitarie milanesi di metà anni '80, quando Onida, «maestro non convenzionale», insegnava un corso sperimentale di «giustizia costituzionale». «Mi ha conquistato di schianto per l'originalità del suo insegnamento e per la sua inusuale disponibilità - racconta Cartabia -. Ci radunava intorno a un tavolo, in una saletta dell'Università Statale di Milano, in via Festa del Perdono. Leggevamo e discutevamo per ore le sentenze della Corte costituzionale, sfocando sempre la finestra di tempo che ci era concessa dall'orario ufficiale. Discutevamo - se si può dir così - da pari a pari. Prendeva sul serio ogni nostra osservazione. La valorizzava, la confutava, la correggeva, la corroborava. Eravamo una dozzina di studenti, in anni in cui le aule di giurisprudenza erano gremite di centinaia di studenti e i professori erano lontani, distanti in tutti sensi. Non lui, però. Non Valerio Onida». Un maestro, e anche di più, «un padre» per la ministra Cartabia. «Mi mancherai, ci mancherai - conclude -. E nulla ci priverà - come diceva Dante al suo maestro Brunetto Latini, de "La cara e buona immagine paterna/di voi quando nel mondo ad ora ad ora/mi insegnavate come l'uom s'etterna"».