L’avanzata russa nel Donbass «ha perso impeto» e continua a incontrare una coriacea resistenza ucraina. «La Russia ha probabilmente perso un terzo della forza di combattimento di terra impegnata a febbraio», è la valutazione dell’intelligence militare britannica, che ritiene improbabile che l’avanzata russa possa accelerare nel prossimo mese. «Nonostante iniziali progressi su piccola scala, la Russia non è riuscita a ottenere conquiste territoriali sostanziali nell’ultimo mese», si legge nel bollettino degli 007 di Londra, «le forze russe sono sempre più limitate da potenziale deteriorato, morale basso e ridotta efficacia di combattimento. Molto di questo potenziale non può essere sostituito o ricostituito rapidamente ed è probabile che continuino a ostacolare le operazioni russe in Ucraina». «La grande offensiva nel Donbass si è fermata, la Russia non sta raggiungendo i suoi obiettivi strategici», ha commentato oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo il quale Kiev «può vincere». Il ministero della Difesa russo ha riferito che missili «ad alta precisione» hanno preso di mira due punti di comando ucraini e quattro depositi di munizioni di artiglieria vicino a Zaporizhia, Paraskovevka, Konstantinovka e Novomikhailovka durante la notte tra sabato e domenica. L’aviazione russa ha distrutto due lanciamissili S-300 e un sistema radar nella regione di Sumy, ha aggiunto il portavoce, Igor Konasheknov, secondo il quale, inoltre, la difesa antiaerea russa ha distrutto 15 droni ucraini nelle regioni di Donetsk e Lugansk.

Kiev: "Bombe al fosforo all'Azovstal"

Le forze russe hanno lanciato ieri bombe incendiare o al fosforo contro l’acciaieria di Azovstal a Mariupol. Lo ha denunciato il consigliere del sindaco della città, Petro Andryushchenko, su Telegram. «Ieri gli occupanti hanno usato per la prima volta bombe incendiarie o al fosforo contro i difensori di Mariupol», ha scritto Andryushchenko secondo cui «gli stessi occupanti affermano che sono stati usati proiettili incendiari 9M22C». Stando a Andryushchenko, «è quasi impossibile fermare la combustione» dei proiettili. «L’inferno è sceso sulla terra alla Azovstal», ha aggiunto.

L’intelligence britannica: «L'offensiva russa nel Donbass ha perso slancio»

«L’offensiva russa in Donbass ha perso impeto ed è rimasta significativamente indietro nei piani. Nonostante iniziali progressi su piccola scala, la Russia non è riuscita a ottenere conquiste territoriali sostanziali nell’ultimo mese, pur mantenendo livelli costantemente elevati di logoramento». È l’aggiornamento sul terreno dell’intelligence britannica.

Leopoli, missili su una struttura militare

Un’infrastruttura militare nella regione di Leopoli, in Ucraina, è stata «colpita» alle prime ore di oggi in un «attacco missilistico» russo. Lo denunciano gli ucraini. «Intorno alle 4.30 una struttura militare è stata colpita con un attacco missilistico», hanno fatto sapere le autorità della regione, come riporta Ukrinform. Non vengono segnalate vittime. Il Comando aereo occidentale ha confermato che sono stati «abbattuti due missili da crociera». Stando al Comando aereo occidentale ucraino, riporta ancora Ukrinform, i russi «hanno lanciato diversi missili contro la regione di Leopoli dal Mar Nero» con «infrastrutture cruciali» nel mirino. Secondo gli ucraini, «i missili da crociera sono stati presumibilmente lanciati da sottomarini» e «due di questi sono stati abbattuti».

Blinken a Berlino 

«Sono arrivato a Berlino, dove incontrerò informalmente i ministri degli esteri» dei Paesi Nato «per discutere la nostra alleanza e un’azione sostenuta per affrontare l’aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina». A scriverlo su Twitter è il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Ieri sera i capi della diplomazia hanno iniziato a discutere delle questioni aperte durante la cena informale. In particolare resta aperta la discussione con la Turchia, Stato membro che aveva minacciato il suo veto all’ingresso nel Patto Atlantico di Helsinki e Stoccolma. Ankara ha poi aperto alla prospettiva di adesione dei due Paesi nordici «rei» però di avere sostenuto «i terroristi curdi del Pkk». Svezia e Finlandia sono state «spinte» ad aderire alla Nato dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, per la loro «pace» e «sicurezza», ha sottolineato la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, all’arrivo all’incontro con i colleghi degli Stati membri della Nato, oggi a Berlino. Per Baerbock, il Patto Atlantico è e «rimarrà» un’alleanza difensiva, ma per alcuni Paesi farvi parte «non era importante» prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. È arrivato nella capitale tedesca anche il segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken, «per discutere la nostra alleanza e un’azione sostenuta per affrontare l’aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina», come specificato dallo stesso capo della diplomazia sui suoi canali social. Sul possibile ingresso dei due Paesi nella Nato non è mancata la reazione di Mosca, che ieri ha parlato di «conseguenze importanti».

Nato, dalla Finlandia richiesta ufficiale

La Finlandia chiederà ufficialmente di entrare nella Nato. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa a Helsinki il presidente Sauli Niinisto e il premier Sanna Marin. La decisione deve essere ratificata dal parlamento ma questo è considerato una formalità. «Questo è un giorno storico», ha detto il presidente finlandese Sauli Niinisto in una conferenza stampa congiunta con la premier Sanna Marin, la Finlandia, «sta entrando in una nuova era». «Non avremmo fatto questa scelta se non avessimo pensato che avrebbe rafforzato la nostra sicurezza nazionale: la minaccia nucleare è molto seria ma non si può isolare a una sola regione. Penso che essere all’interno della Nato ci darà sicurezza perché anche la Nato ha armi nucleari e ci sarebbe una risposta se la Russia le usasse, quindi questa decisione ci rafforza, non ci indebolisce», ha affermato la premier finlandese. «Siamo preparati a diversi tipi di azioni russe, non ce le auguriamo, ma siamo preparati e ci stiamo preparando da questa primavera - ha aggiunto -. Quando guardiamo alla Russia, la vediamo molto diversa da come la vedevamo solo pochi mesi fa. Tutto è cambiato quando ha attaccato l’Ucraina e personalmente penso che non possiamo più fidarci del fatto che ci sarà un futuro pacifico vicino alla Russia da soli. Ed è per questo che stiamo prendendo questa decisione di aderire alla Nato, perché non ci sia mai più la guerra in Finlandia».

Domani la richiesta della Svezia in parlamento

Il primo ministro svedese, Magdalena Andersson, ha annunciato che domani andrà in Parlamento per cercare un ampio sostegno alla richiesta di adesione del Paese alla Nato, dopo che il suo Partito socialdemocratico al governo ha abbandonato l’opposizione di lunga data all’ingresso nell’Alleanza, sulla scia dei timori creati dall’invasione russa dell’Ucraina. «Domani mi assicurerò che ci sia un ampio sostegno parlamentare alla domanda di adesione della Svezia e dopo prenderemo una decisione a livello di governo», ha detto Andersson in una conferenza stampa, come riferisce il Guardian. La Svezia, ha detto ai giornalisti il premier, ha bisogno delle garanzie di sicurezza che derivano dall’ingresso nella Nato. Se restassimo l’unico Paese nella regione fuori dalla Nato, ha avvertito Andersson, «saremmo in una posizione molto vulnerabile».