Vittorio Sgarbi è un fiume in piena: dice che papa Francesco dovrebbe andare a Mosca senza chiederlo a Putin e «poi vediamo se non lo fanno entrare», definisce «patetica» la posizione di Biden e spiega che «bisogna vincere la pace, non la guerra, perché vincere la guerra è una sconfitta, vincere la pace è una vittoria».

Onorevole Sgarbi, dopo due mesi di guerra, assalti alla Azovstal e 600 morti al teatro di Mariupol, ha cambiato la sua posizione?

No. Io fin da subito ho citato quella bellissima frase di Tolstoj, il quale dice in maniera molto chiara che come non si può spegnere il fuoco con il fuoco e asciugare l’acqua con l’acqua non si può eliminare la violenza con la violenza. Dare 33 miliardi a Zelensky, come fanno gli Stati Uniti, significa pensare che la guerra debba durare dieci anni. Vuol dire rendersi complici del fatto che nessuno dei due smetterà. Avremo una zona del mondo con bombardamenti continui da una parte e continue risposte dall’altra. La mia posizione è identica a quella del Papa e di Santoro, persone di sinistra vera che pensano che la pace si trovi con accordi e non con distruzioni.

Una posizione opposta a quella del governo, che continua a mandare armi a Kiev.

Il governo fa quello che chiedono gli Stati Uniti e l’Occidente ma non è questo il problema. Il punto è che non c’è logica nel contrastare Putin, che vuole abbattere quello che lui chiama il regime di Zelenksy, mandando bombe che poi ricadono su Mariupol e Odessa esattamente come quelle che arrivano dalla Russia. In Pakistan i ragazzi stavano con i talebani perché gli americani bombardavano i villaggi. Ricordiamocelo.

Ha citato il papa. L’ha convinta la sua volontà di andare a Mosca e non a Kiev?

Dal primo giorno dico che è inutile che il papa vada a Kiev a fare la solita parata con Zelensky. Deve andare in Russia a muso duro in nome del cristianesimo a cui appartiene anche a Putin e chiedere il cessate il fuoco. Putin ha sbagliato strategia ma non lo si può chiamare macellaio. Il papa deve convincerlo nel nome dei valori di fratellanza tra gli uomini insiti nel cristianesimo.

Rispetto ai 33 miliardi americani a Kiev, pensa sia così assurdo voler fornire aiuti militari e umanitari a un paese aggredito?

La posizione di Biden è patetica, quella della Nato pure. Hanno deciso di creare una rivoluzione che sarà a danno solo dell’Europa e della stessa Ucraina. L’idea americana di fare da garanti armati della democrazia è sbagliata da sempre. Mi pare abbastanza evidente che quei soldi non cambieranno molto. Io parlo come se fossi uno che sta in un condominio alla periferia di Odessa o Mariupol e mi arriva una bomba sulla testa. Devo pensare che quella bomba sia utile a fermare Putin?

Sì ma chi fa cadere le bombe sui condomini di Odessa e Mariupol è la Russia, non l’Ucraina?

Se è vero, come è vero, che le bombe russe uccidono e fanno danni, è altrettanto vero che le altre non sono da meno. Se muore un soldato russo non muore Putin ma un ragazzo mandato allo sbaraglio a vent’anni.

Che impressione le fa condividere queste teorie con personaggi molto diversi tra loro, dal professor Orsini a Santoro?

È una singolare coincidenza che ha fatto unire persone molto diverse tra loro. Tuttavia tutte si rendono conto dell’importanza della frase di Tolstoj citata all’inizio. Mettere l’uno contro l’altro è un modo antico, sbagliato e arcaico di risolvere la questione. Si doveva potenziare l’arma diplomatica, doveva farlo Biden e doveva farlo anche Putin. Magari mettendo anche carri armati al confine come arma di deterrenza, ma l’invasione è stata un errore. Allo steso modo è un errore fornire armi a Kiev, perché questo rallenta i tempi della guerra e non abbiamo idea di quando potrà finire.

Quindi sarebbe meglio lasciar vincere la guerra a Putin, e chissenefrega della libertà degli ucraini?

Di certo avremmo meno morti. Forse ci sarebbe un altro governo a Kiev, ma a quel punto Putin si metterebbe d’accordo con Stati Uniti e Ue per presidiare il territorio ucraino. Si dovrebbe trattare davvero senza rincorrersi come fosse guardie e ladri.

A proposito di Ue, che ruolo può avere nella partita?

L’Ue fa solo retorica. Ma ricordiamoci che ci sono tre quarti del mondo che non sono contro Putin e non applicano sanzioni. Chi è contro Putin in realtà fa parte di una porzione molto piccola di persone, circa un miliardo e mezzo. Gli altri sono del tutto estranei dal prendere posizione. A partire da India e Cina.

La realtà è che 141 paesi hanno votato contro la Russia all’Onu e corrispondono a più della metà della popolazione mondiale, ma andiamo avanti. Come finirà?

Ci aspettano dieci anni di guerra e finirà come in Afghanistan e Vietnam. Cioè penose guerre infinite e senza una soluzione.

Pensa che proprio il ritiro Usa dall’Afghanistan abbia fatto prendere a Putin la decisione di invadere l’Ucraina?

Questo non lo so. Non ho idea di cosa abbia mosso Putin. Di certo ha sbagliato la battaglia della comunicazione, perché i social combattono contro di lui. Ma lo capisco perché ha la mia età quindi è un po’ arcaico come metodo di comunicazione.

Continuerà a sostenere questa posizione e condividerla con i nomi citati?

La mia posizione è questa, poi altri faranno il loro rumore. Credo che la persona che può risolvere tutto sia il papa. Andare a Mosca può cambiare le carte.

Sempre che Putin decida di accoglierlo.

Figuriamoci se Putin non lo riceve. Dovrebbe andare senza chiederglielo. Poi vediamo se non lo fanno entrare.

Non crede che l’Ucraina possa vincere questa guerra e Putin possa essere sconfitto sul campo?

Bisogna vincere la pace, non la guerra. È la prima volta che dobbiamo lavorare in termini filosofici perché vincere la guerra è una sconfitta, vincere la pace è una vittoria. Non ci sono alternative. Non ha senso mettere la bandiera del vincitore su un cumulo di morti.