Si sentiva solo, "spaventato" dal mondo esterno. Così spiega il suo dramma un ex detenuto che venerdì notte ha bussato per due volte con insistenza alle porte della casa circondariale di Gazzi, a Messina, chiedendo di poter tornare in cella. "Una storia tristissima. E purtroppo non è stato l'unico caso", raccontano a Repubblica dalla casa circondariale di Messina. Mentre l'Associazione Antigone parla di "una terribile storia di miseria sociale, di una persona che trova conforto in un universo privativo della libertà. Perché proprio lì, in carcere, vengono soddisfatti bisogni primari, quali il diritto all'alimentazione, che fuori, purtroppo, non sempre vengono soddisfatti". L'uomo, 38 anni, era stato scarcerato dopo alcuni mesi di detenzione. E ora che che non aveva alcuna pena da scontare, riferisce lui stesso, voleva tornare lì dove si sentiva compreso, curato e sostenuto, sia moralmente, che fisicamente. Così venerdì, intorno alle 23.30, si è presentato al carcere una prima volta chiedendo di essere arrestato. Di fronte al rifiuto degli agenti, l'uomo però non si è arreso e ha spiegato perché aveva bisogno di tornare in cella: fuori non poteva permettersi neanche di mangiare, non aveva un posto dove dormire. Quindi un secondo tentativo nella notte, intorno all'una e mezza, in preda alla disperazione. "Purtroppo frequentemente, abbiamo assistito a questi episodi - racconta ancora la casa circondariale a Repubblica - Con tantissime persone, che, una volta libere, preferirebbero privarsi della libertà conquistata per tornare in carcere. Per paura del mondo esterno, ma soprattutto per mancanza di punti di riferimento, e più in generale per paura della vita. Una vicenda tristissima, una sconfitta della società".