«L’impegno per l’uguaglianza delle persone è coessenziale a uno sviluppo sostenibile della nostra società. Ed è un impegno che vede in prima linea proprio gli avvocati, quali difensori dei diritti, che favoriscono l’accesso alla giustizia». A dirlo è la ministra della Giustizia Marta Cartabia, nel suo messaggio di saluto alla seconda edizione del Festival della Giustizia organizzato dall’Associazione italiana giovani avvocati e da 4cLegal, con la media partnership del Gruppo 24 Ore, dedicata al tema della sostenibilità. Cartabia, nel suo discorso, ha ricordato quanto la grande responsabilità sociale degli avvocati «nella costruzione dei diritti delle generazioni future e nella realizzazione di una giustizia globale. Iniziative come il vostro Festival hanno il merito di richiamare l’avvocatura a questa consapevolezza, di cui trovo conferma in altre vostre iniziative - ha sottolineato - come quella delle visite nelle carceri, che indubbiamente sono luoghi di marginalità sociale, dei quali dobbiamo prenderci cura». Un concetto rimarcato anche dalla presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi, che ha sottolineato come un ruolo determinante per l'affermazione dei diritti legati alla sostenibilità possa e debba essere svolto dagli avvocati. E come un passaggio essenziale per l'affermazione dei principi di sostenibilità sia un meccanismo di accesso più equo alla giustizia oltre che un sistema più rapido di decisione senza rinunciare alle garanzie. «La sostenibilità vive strettamente legata al mondo della giustizia - ha affermato -. E non potrebbe essere diversamente se si pensa che ai giuristi spetta il compito di riconoscere e garantire i bisogni e far sì che questi bisogni siano riconosciuti come diritto». La guardasigilli ha passato in rassegna le azioni intraprese da via Arenula per seguire la direzione di una giustizia sostenibile, con lo sguardo rivolto alle nuove generazioni. Nell’ambito del Next Generation Eu, con i fondi previsti dal Pnrr italiano, il ministero ha dedicato un nuovo dipartimento all’Innovazione digitale: l’obiettivo è digitalizzare 11 milioni di fascicoli e portare a completamento il processo civile telematico e il processo penale telematico. Non solo: sempre grazie ai finanziamenti del Next Generation Eu, sono stati previsti decine di interventi di edilizia giudiziaria, volti all’efficientamento energetico e a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti dell’amministrazione. A ciò si aggiunge il piano di reclutamento di capitale umano: dopo gli oltre 8mila addetti all’ufficio per il processo, entrati in servizio tra febbraio e marzo, in via Arenula si sta proseguendo con altre 5.410 assunzioni di tecnici, informatici e statistici. «Circa tre miliardi di euro sono stati investiti dal governo per interventi su questi settori, cruciali per la sostenibilità dell’amministrazione della giustizia - ha evidenziato -, un servizio pilastro della nostra democrazia, da rinsaldare costantemente all’insegna di indipendenza, qualità ed efficienza». E il Pnrr rappresenta l’occasione, secondo la ministra, per progettare una possibile nuova stagione. Per farlo, però, è «fondamentale» il contributo fattivo «di tutti gli attori del mondo della giustizia, in uno spirito di fecondo dialogo, costante rispetto e reciproca fiducia. Non a caso, nella messa a punto di tutti i progetti di riforma hanno concorso magistrati, avvocati, professori unitari. E la collaborazione è costante». Un concetto, quello della collaborazione, ribadito più volte dalla Guardasigilli: la partecipazione è alta nei gruppi di lavoro che, in via Arenula, stanno predisponendo gli schemi dei decreti legislativi che attueranno le riforme della giustizia civile e penale, ma «anche nelle altre riforme ancora in itinere». Cartabia ha anche affrontato il tema dell’accesso alle professioni legali, anche alla luce del recente rapporto Censis per la Cassa di previdenza forense, che ha fotografato le incertezze degli avvocati sulle prospettive future e le maggiori difficoltà soprattutto per le donne. L'esame di abilitazione all'avvocatura, ha ricordato la ministra, è stato modificato durante la pandemia per consentirne lo svolgimento, con un doppio esame orale, e una prima prova pratico-applicativa dedicata all'esame di un caso. Modifiche che potrebbero restare: «I riscontri che abbiamo ricevuto - ha sottolineato - sono positivi e ci inducono a riflettere, assieme all'avvocatura, sulla possibilità di replicare questa o analoga formula per il futuro, a partire dalla sessione 2022, ma con uno sguardo di più lungo periodo. È giunto davvero il tempo di cominciare a svolgere una seria riflessione sull'accesso alle professioni legali, come già dicevamo in altre occasione anche con la presidente del Cnf».