Andrea Cisternino, l’ex fotografo italiano che da oltre dieci anni vive a Kiev, dove gestisce il suo rifugio per animali Italia KJ2, che sorge a circa 45 chilometri dalla capitale, si trova ora bloccato a 15 chilometri dentro il territorio occupato dai russi oltre il fronte nord e ormai da quasi 48 ore senza acqua potabile e senza cibo. Insieme a lui ci sono altre quattro persone, di cui tre donne, tutte di nazionalità ucraina, con le quali gestisce il ricovero nel quale si trovano 453 animali. A lanciare l'allarme il giornalista Claudio Locatelli, che ha postato un video chiedendo un intervento della Farnesina «affinché interceda con le autorità ucraine» per autorizzare la missione di soccorso della Croce Rossa.   https://www.youtube.com/watch?v=jVeVnlUEdY8   Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, Cisternino ha deciso di non andarsene. «Da anni mi prendo cura di 400 animali, che ho salvato da maltrattamenti e allevamenti – ha detto in collegamento a “La vita in diretta” nei giorni scorsi – e ho deciso di restare, di non abbandonarli. Costruire questo rifugio è costato molta fatica, io non me ne vado». L'ultimo aggiornamento sulla sua pagina Facebook risale al 25 febbraio, il giorno dopo l'invasione dell'Ucraina, quando l'ex fotografo ha raccontato quello che stava succedendo. «Eccomi qui - ha scritto -, stiamo tutto sommato bene anche se sparano». Il giorno precedente aveva pubblicato il video degli elicotteri russi sopra il rifugio. «Stamattina il cielo intorno al rifugio era rosso – ha raccontato - continui spari di artiglieria anche durante la notte, non si riesce a dormire. Ho visto 15 minuti fa un colpo di artiglieria cadere lontano dal rifugio ma l'odore della polvere da sparo lo sentivo benissimo, sentivo in lontananza colonne militari che si spostavano, sono passati aerei. Che Dio ci aiuti e maledica chi ha voluto iniziare tutto questo».