Secondo Giulia Sarti, irriducibile dell’intransigenza 5 Stelle, Carlo Renoldi sarà pure «un magistrato di grande capacità e professionalità», ma la sua nomina resta «non perfettamente in linea con le peculiari esigenze del Dap». Eppure stasera il no pentastellato, ma anche leghista e meloniano, ha dovuto piegarsi alla volontà di Marta Cartabia: intorno alle 18.30, infatti, durante un Consiglio dei ministri in cui si è discusso anche di molto altro, il governo ha deliberato all’unanimità la nomina del giudice individuato dalla ministra della Giustizia quale nuovo capo dell’amministrazione penitenziaria. All’unanimità. Dunque anche con l’assenso dei ministri in quota Movimento 5 Stelle e in quota Lega. I fan della “antimafia dura e pura” si sono dovuti arrendere alla determinazione della guaerdasigilli, che sulla materia forse a lei più cara, la dignità nelle carceri, non ha accettato veti. Dopo le polemiche sollevate non solo da alcuni partiti di maggioranza e da Fratelli d’Italia, ma anche da alcuni magistrati, a cominciare dal consigliere Csm Nino Di Matteo, si compie un passaggio destinato a segnare l’intera esperienza di Cartabia a via Arenula.

Su Renoldi, Cartabia aveva avvertito: non darò retta a Travaglio

Solo tre giorni fa, nel corso di un’audizione al Senato, la ministra aveva fatto intendere che stavolta la sua diplomazia avrebbe lasciato posto alla fermezza: «Non mi affido alle opinioni espresse da un giornale, vediamolo lavorare, poi ne riparleremo», aveva detto a proposito delle bordate esplose contro Renoldi sul Fatto quotidiano. Il giornale diretto da Marco Travaglio era stato il primo a far emergere le posizioni critiche del consigliere di Cassazione, ed ex giudice di Sorveglianza a Cagliari, sul regime del 41 bis. Ma Cartabia era stata di una durezza inconsueta, martedì scorso: «Vediamo se Renoldi è una persona che corrisponde all’immagine dipinta in alcune visioni mediatiche o se ha le qualità per cui io mi sono sentita di proporlo». Praticamente l’annuncio di quanto è avvenuto poco fa in Consiglio dei ministri: via libera unanime su richiesta della guardasigilli. Anche se Sarti, ex presidente e tuttora deputata della commissione Giustizia, insiste nel dire: «Restiamo perplessi e preoccupati di fronte alla nomina». Continueranno a cannoneggiare. Ma stavolta, sul carcere, ci si batte in campo aperto. Non più soltanto con il vigliacco sadismo consumato a tavolino sulla pelle dei detenuti.