Va bene, Vladimir Putin è un cattivone e ha esagerato a invadere l’Ucraina, ma sotto, sotto, la colpa è dell’Occidente che ha “costretto” il capo del Cremlino ad alzare la posta. È una grossolana sintesi dell’articolo di Barbara Spinelli apparso ieri mattina sulle colonne del Fatto Quotidiano. Ma è anche un pensiero tenace, che caratterizza da decenni parte della sinistra pacifista e, paradossalmente, della destra sovranista. E che riappare allo scoppio di ogni conflitto. Fu così per le guerre e le epurazioni etniche nei Balcani, per l’11 settembre e l’insorgenza del terrorismo jihadista, ed è così anche per la recente aggressione dell’esercito russo. Spinelli, di cui ricordiamo le cronache guerrafondaie quando nel ’99 gli Usa e i paesi europei bombardavano la Serbia di Milosevic, di fatto lancia contro la Nato le stesse accuse di Putin: è un “impero della menzogna” in quanto non ha mantenuto la “promessa” di rinunciare un allargamento a Est e oggi si affaccia minacciosa ai confini della Russia: «La hybrys occidentale, la sua smoderatezza è tutta qui», scrive Spinelli per la quale la stessa indipendenza dell’Ucraina è stato un errore. Peccato che quando si sale in cattedra per dare lezioni di storia si perda di vista l’essenziale: l’adesione di Kiev alla Nato è una fake news, mentre le bombe russe che piovono a grappoli sulle città ucraine sono la triste realtà. Sarebbe meglio ripartire da lì.