Non si voterà in primavera sul referendum sull'eutanasia. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dall'Associazione Coscioni e appoggiato da una serie di associazioni. Mentre è attesa per domani la pronuncia sugli altri sette referendum: uno riguarda la depenalizzazione della cannabis - che vede tra promotori ancora l'Associazione Coscioni con +Europa, Radicale Italiani, Possibile, Potere al popolo e Prc e una lunga serie di associazioni - gli altri sono tutti sulla giustizia. Sono 6 e stavolta a raccogliere le firme sono stati i Radicali e la Lega, cui poi si sono uniti nove consigli regionali tutti di centro-destra. Ci sono volute tre ore di camera di consiglio per arrivare alla decisione sull'eutanasia. La sentenza sarà depositata solo nei prossimi giorni. Ma intanto l'ufficio stampa della Corte ha anticipato le motivazioni. La Consulta ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, «a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili». Insomma se vincessero i sì le norme che resterebbero in piedi non assicurerebbero la tutela minima delle persone più deboli e più esposte. Secondo Giuseppe Conte, leader M5S, c'è ora un «imperativo politico e morale di dare risposte. La grande partecipazione alla raccolta di firme lo impone al Parlamento». Paola Binetti dal canto suo si felicita. «È passata la nostra linea: sulla vita non si vota. Mi auguro adesso che la Camera agisca coerentemente con le decisioni prese dalla Corte»

Cappato: «Brutta notizia»

«Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia». Lo ha detto Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni, dopo la notizia arrivata dalla consulta sull'inammissibilità del Referendum per l'eutanasia legale. «Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina».

La delusione di Mina Welby

«Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate. Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l'ultima "speranza" del Parlamento...Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa». Così all'ANSA Mina Welby.

Eutanasia, parla Enrico Letta

«La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull' eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa». Così il segretario del Pd, Enrico Letta su Twitter.

La posizione del Comitato Pro Vita

«La Corte Costituzionale ha respinto con forza il "populismo bioetico" dei Radicali, che hanno tentato di portare l'eutanasia in Italia con un referendum sull'omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso. Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere». Questo il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia. «È stata sventata una deriva mortifera - aggiunge Jacopo Coghe, presidente del Comitato "No all'Eutanasia Legale" - ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare. La Corte ha indicato un livello minimo di tutela della vita umana fragile inviolabile e noi riteniamo che il progetto sul suicidio assistito violi quel livello minimo, andando oltre quanto la stessa Consulta ha deciso nel caso Cappato. Dalla Camera - conclude la nota - ci aspettiamo una risposta importante che investa sulle cure palliative e aiuti i sofferenti a vivere con dignità, e non a farsi ammazzare».