È stata dedicata all'esame delle eccezioni preliminari l'udienza di ieri del processo che vede imputati davanti al tribunale di Perugia l'ex magistrato romano Stefano Rocco Fava e l'ex consigliere del Csm Luca Palamara per rivelazione di segreto d'ufficio. Entrambi erano presenti in aula. In apertura di udienza i giudici hanno accolto la richiesta di costituzione di parte civile di Cittadinanzattiva e del procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo (rappresentato dall'avvocato Filippo Dinacci), quest'ultimo nei confronti del solo Fava, rigettando così l'opposizione delle difese. Il tribunale si è invece riservato di decidere, tra l'altro, sull'eccezione di nullità del decreto che dispone il giudizio perché «ci sono atti importati - secondo i legali - che non sono stati messi a disposizione della difesa». Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, in aula con i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano, si sono opposti sostenendo che «la richiesta di nullità del decreto si fa in relazione agli atti depositati e non a quelli che si sarebbero potuti depositare». In particolare tra le eccezioni presentate dalla difesa di Fava, gli avvocati Luigi Castaldi e Luigi Panella c'è «l'omessa allegazione di tutti gli atti» che lo riguardano e «l'omessa specifica di quello che sarebbero gli atti del procedimento che sarebbero stati acquisiti» dall'ex magistrato romano. «La pubblica accusa ha fatto riferimento a degli interrogatori dell'avvocato Amara che però non sono stati prodotti o non sono stati prodotti in forma integrale - ha sostenuto la difesa di Rocco Fava -. Per tanto noi non siamo nelle condizioni di poter valutare la posizione di Amara come teste». «Le eccezioni sollevate hanno una sostanza particolare rispetto al fatto che noi ci ritroviamo a dover contro esaminare il famoso ormai dichiarante Amara che viene indagato e imputato per calunnia da tutte le parti d'Italia - hanno sostenuto i difensori di Palamara, gli avvocati Benedetto Buratti e Roberto Rampioni - mentre non conosciamo interamente le sue dichiarazioni. Solo a Perugia ci è stata preclusa la possibilità di acquisirle mentre nelle altre parti d'Italia la difesa del dottor Palamara è dovuta accedere a numerosi atti che gettano una luce quantomeno torbida sulle dichiarazioni dello stesso Amara. Quindi riteniamo quanto meno che a prescindere dal profilo di nullità comunque questo vada approfondito per saggiare l'attendibilità del dichiarante». I giudici si pronunceranno sulle eccezioni la prossima udienza, il 10 febbraio.