La relazione del presidente dell'Ordine degli avvocati di Campobasso, Giuseppe De Rubertis, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2022 Signora Presidente della Corte di Appello, Signor Procuratore Generale, Signori rappresentanti del Ministero della Giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura, anche nella mia qualità di Presidente dell'Ordine Distrettuale, porgo a tutti, Magistrati, Avvocati e personale di Cancelleria -s ia pure anche quest'anno, come per il 2021, fisicamente non presenti in questa Sede- il saluto degli Ordini degli Avvocati di Campobasso, Isernia e Larino. Nella parte conclusiva della mia relazione per l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2021, scrissi che la irrinunciabile informatizzazione ed innovazione organizzativa del sistema giudiziario, ai fini di un suo non più rinviabile e definitivo efficientamento, non avrebbe potuto seriamente realizzarsi se non attraverso importanti investimenti, sia in termini di aumento del personale, di Magistratura e di Cancelleria, sia nell'ottica dell'aggiornamento degli strumenti informatici a ciò indispensabili, sia nell'edilizia giudiziaria, e che, a tal fine, molto sarebbe dipeso dalle scelte che il Governo avrebbe dovuto operare, nell'immediato futuro, attraverso l'impiego delle risorse derivanti dal Recovery Fund, a sostegno delle istituzioni, della società e dell'economia. Ebbene, nel corso dell'anno 2021, il varato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto,  come da noi auspicato, rilevanti e specifiche misure, che oramai tutti ben conosciamo, di intervento sul sistema giudiziario. Mi riferisco, nello specifico, alla previsione delle riforme volte ad accelerare lo svolgimento dei processi e agli specifici stanziamenti per la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari, per la gestione del carico pregresso delle cause, civili e penali, e per l'efficientamento degli uffici giudiziari. A tal proposito, però, mi corre obbligo subito rimarcare come sulle riforme della Giustizia, civile e  penale, per come contenute nelle leggi delega, rispettivamente, n.206/2021 e n.134/2021, l'Avvocatura si è espressa in termini molto critici. Ed infatti, come rimarcato, in più occasioni, dai rappresentanti istituzionali dell'Avvocatura e, in particolare, dalla Presidente del Cnf, il rischio che si intravede è quello della probabile riduzione delle garanzie di difesa per i cittadini che chiedono giustizia. Sul testo di riforma del processo civile, infatti, il governo è intervenuto principalmente con modifiche al codice di rito, configurando un regime di preclusioni per i difensori e introducendo "filtri" che, di fatto, limitano il diritto di accesso alla Giustizia dei cittadini. Trattasi di un rischio che l'Avvocatura ha denunciato sin da subito: in altri termini, non si può ritenere che l'auspicabile raggiungimento della riduzione dei tempi dei procedimenti civili, ai fini del rispetto, da parte del Governo, dell'impegno assunto con l'Europa e dell'accesso ai fondi comunitari, possa essere realizzato con sacrificio dei diritti costituzionali degli individui. Per contro, è pure da dire che, nel penale, con la modifica dell'originario disegno di legge Bonafede in materia di prescrizione, pur mantenendo la previsione della cessazione della decorrenza del termine di prescrizione del reato dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, ma, nel contempo, introducendo il nuovo "meccanismo" dell'improcedibilità, si è ristabilito un corretto equilibrio tra le garanzie degli imputati e il diritto, sancito dalla Costituzione, a un tempo ragionevole del processo. Ed anche con il rafforzamento dell'Ufficio per il Processo, che rappresenta il comune denominatore delle proposte del P.N.R.R. in materia di giustizia, sia nella prima stesura del precedente esecutivo che in quella, poi, effettivamente varata, ad avviso degli Avvocati, il Governo potrà raggiungere solo in parte l'obiettivo di garantire la ragionevole durata del processo, attraverso l'innovazione dei modelli organizzativi ed assicurando un più efficiente e consapevole impiego delle tecnologie all'interno delle strutture e degli Uffici giudiziari. L'Istituto, infatti, pone seri problemi di formazione e di corretto impiego dei nuovi assunti, resi ancora più complicati dalla natura a tempo determinato delle assunzioni e dalle incerte prospettive di stabilizzazione. In sostanza, trattasi di una misura temporanea che potrebbe non essere sufficiente al raggiungimento dell'ambizioso risultato previsto dal Governo di riduzione della durata dei processi, nel prossimo quinquennio, nella misura del 40% per quelli civili e del 25% per quelli penali. Mentre, per converso e come già detto, la razionalizzazione e l'efficientamento degli Uffici giudiziari non devono puntare solo ad obiettivi quantitativi, quali l'abbattimento dell'arretrato e la riduzione dei tempi del processo, ma anche e soprattutto alla realizzazione di una giurisdizione meglio capace di tutelare i diritti in un'ottica di promozione dell'uguaglianza effettiva. Comunque sia, ci attende ora la stagione, che sarà necessariamente breve, tanto che dovrà concludersi entro fine anno, dei Decreti delegati di attuazione e su questo noi auspichiamo che il Governo, rispetto al passato, tenga maggiormente conto della voce dell'Avvocatura quale componente importante della giurisdizione. A livello locale, nell'anno appena trascorso, abbiamo proseguito nella gestione dell'emergenza pandemica, raggiungendo, nonostante le inevitabili difficoltà, risultati che, anche se paragonati a quelli di altre realtà a noi vicine, possono senz'altro essere definiti soddisfacenti e che hanno permesso di rendere un'adeguata risposta alla domanda di giustizia proveniente dal territorio. Ciò è stato reso possibile grazie alla costante e proficua interlocuzione tra i Capi degli Uffici giudiziari, che ancora una volta intendo ringraziare, e le rappresentanze dell'Avvocatura, il tutto nel solco di rapporti di reciproca stima e considerazione, che da sempre connotano il nostro Distretto e che è nostro precipuo impegno mantenere anche nel futuro. Ed infatti, quanto alla Corte di Appello, come evidenziato dalla Presidente nella propria relazione, nel settore civile, il ricorso alla trattazione scritta dei procedimenti ha consentito il normale svolgimento delle udienze, senza rallentamenti e senza particolari problemi. Mentre, nel settore del lavoro e della previdenza, si è assicurata, per la gran parte delle controversie, la durata biennale del secondo grado del giudizio, così come nel settore penale, ove la durata media dei procedimenti è stata, addirittura, inferiore al predetto termine biennale. Pure i Tribunali di Campobasso, Isernia e Larino hanno raggiunto, nel corso dell'anno 2021, risultati senz'altro apprezzabili. Il primo di essi, in particolare, come è noto, dispone di un organico di soli 11 Giudici, compresi il Presidente del Tribunale e il Presidente di Sezione, aumentato di un posto a seguito del D.M. del 15.09.2020, quest'ultimo peraltro non ancora coperto e, quindi, di un organico di per sé inadeguato, trattandosi di un Tribunale distrettuale. Ciò non di meno, come si evince dalle informazioni sull'analisi organizzativa dell'Ufficio e sulle criticità e pendenze oggetto degli obiettivi del P.N.R.R., recentemente diffuse dal Presidente del Tribunale, ad onta delle difficoltà in cui i singoli Magistrati sono chiamati ad operare, lo stesso Tribunale risulta l'Ufficio con i migliori risultati nel Distretto, e in ambito civile e in ambito penale, sia rispetto al Disposition Time, ovvero al tempo medio di definizione dei procedimenti, sia alla quota di arretrato sulle pendenze. Eppure, preoccupa il fatto che lo stesso Tribunale, già condizionato dalla predetta inadeguatezza dell'organico, ha dovuto registrare, dalla seconda metà dell'anno 2021, l'assenza di nn.2 Giudici  della Sezione civile, in astensione obbligatoria per gestazione, mentre, a breve, verrà a perdere l'apporto di altro Giudice della Sezione penale, per trasferimento ad altra sede. Nè, è prevedibile che le predette criticità potranno essere ovviate mediante l'immissione in servizio, peraltro imminente, dei nuovi addetti all'Ufficio per il Processo. Ed, invero, secondo una anch'essa recente relazione del Presidente della Sezione civile del Tribunale, una serie concomitante di variabili, tra cui la non domata pandemia da Covid-19, le rilevanti novità che, nei vari settori del processo civile, verranno introdotte in conseguenza dei Decreti attuativi della legge delega n. 206/2021, la mancanza di sufficiente chiarezza circa la collocazione, l'inquadramento e la natura degli addetti all'Ufficio per il Processo e, non da ultimo, le richiamate assenze per maternità dei nn. 2 Giudici addetti alla Sezione, non solo, non permette l'elaborazione di puntuali previsioni sulla gestione degli affari civili per l'anno 2022, ma, piuttosto, induce a ritenere che, nello stesso anno, vi sarà una rilevante flessione, sia quantitativa che qualitativa, nella produttività della Sezione, soprattutto nel settore del contenzioso civile ordinario e, in misura minore, anche nel settore lavoro e nei ruoli speciali. Sarà, prevedibilmente, anche il 2022 un anno difficile, nel corso del quale, ne siamo consci, dovremo ancora fare i conti con l'emergenza sanitaria e con tutto quello che di negativo essa comporta. Ma, nonostante ciò, abbiamo il dovere di rifuggire dalla tentazione di cedere a facili pessimismi, anche perché ci sono ben chiari la dimensione del nostro ruolo e delle nostre  responsabilità, nonché i valori di uguaglianza, libertà e solidarietà che siamo chiamati a difendere, sicché rimaniamo convinti che lo sforzo congiunto di tutti, Magistrati, Avvocati e operatori del diritto, permetterà di realizzare l'efficienza della giurisdizione, quale strumento di garanzia e di equilibrio nell'ottica della risoluzione dei conflitti. Ringrazio tutti per l’attenzione e formulo i miei migliori auguri per un proficuo anno giudiziario 2022.