In tempi di giustizia “accelerata” dal Recovery, il rischio di una compressione dei diritti è sempre dietro l’angolo. Ma se già la riforma del processo civile costringe il rito entro sentieri non proprio comodi per la difesa, una legge depositata alla Camera dal Movimento 5 Stelle a fine 2021 va oltre: prevede un rito speciale in cui si può fare a meno dell’avvocato. A segnalare la proposta pentastellata è il segretario dell’Associazione nazionale forense Giampaolo Di Marco. In una nota, ricorda innanzitutto come il terreno oggetto delle modifiche sia «il fenomeno delle occupazioni abusive delle abitazioni, rilanciato recentemente all’attenzione del grande pubblico da alcune vicende drammatiche». Questione grave che però, osserva il segretario Anf, va gestita «nel solco dell’assoluto rispetto del diritto, ai fini della tutela della proprietà e della persona. Stupisce», aggiunge perciò Di Marco, che «si voglia intervenire legislativamente sulla materia individuando come elemento da scardinare quello della presenza dell’avvocato di fronte al giudice». Infatti, «si vuole introdurre un nuovo articolo al codice di procedura civile, configurando un procedimento cautelare possessorio ad hoc, da avviare tramite una domanda che può essere proposta anche verbalmente nel corso dell’udienza, senza formalità e anche senza l’assistenza tecnica del difensore. Si prevede così che il giudice faccia redigere apposito processo verbale. Dunque si vorrebbe introdurre una sorta di deregulation, eccedendo in autorità, proprio dove invece il rispetto delle regole dovrebbe essere massimo». Come nell’episodio di “Ritorno al futuro” in un cui Doc, lo scienziato, spiega a Marthy come mai un processo sia durato appena un giorno: «Nel futuro hanno abolito gli avvocati». La proposta è classificata come Atto Camera 3397. Prima firmataria è Antonella Papiro, deputata 5S della commissione Politiche Ue, ma è sostenuta anche dall’intera delegazione pentastellata in commissione Giustizia, a cominciare da Alfonso Bonafede. Oltre a inasprire le sanzioni penali per chi occupa, introduce appunto un nuovo articolo 703-bis nel codice di procedura civile, con le modifiche segnalate da Di Marco. Che spiega: «La gravità del fenomeno in questione non sfugge a nessuno, ma i correttivi alla gestione mal si conciliano con la previsione di una ‘difesa fai da te’: la tutela dei propri diritti, tanto più nel caso del diritto a difendere la propria abitazione, necessita di un professionista che affianchi chi lamenta un danno subito. La proposta di legge invece invita il cittadino ad affidarsi senza filtri al giudice, quasi a sottintendere che la presenza dell’avvocato possa essere di ostacolo». Conclude il segretario Anf: «Rifuggiamo semplificazioni e approssimazioni nell’affrontare un fenomeno che ha impatti notevoli su molte aree urbane del Paese, data la nota commistione con ambienti criminali che poi conducono già troppe volte ad una ‘giustizia fai da te’, affinché si tuteli sempre il cittadino, a casa sua e in tribunale».