Il centrodestra voterà unito scheda bianca al primo scrutinio sul Colle. Qualche ora prima dell’inizio delle votazioni alla Camera, Lega, Fdi, Fi e Coraggio Italia decidono una linea comune in attesa di confrontarsi su una "rosa di nomi". In questa secondo giornata di trattative interne alla coalizione dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi, si registra solo una novità: la candidatura dell’ex procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio lanciata da Giorgia Meloni durante l’assemblea dei grandi elettori di Fdi. «Molte personalità che provengono dall’area del centrodestra avrebbero il curriculum e lo standing per ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica. Nomi come quello di Marcello Pera, Letizia Moratti, Elisabetta Alberti Casellati, Giulio Tremonti, Franco Frattini sono tutti autorevoli. Io ho chiesto di allargare la rosa anche alle personalità che non hanno un trascorso politico e per questo abbiamo aggiunto il nome di Carlo Nordio su cui ci pare difficile che si possano muovere obiezioni», avrebbe detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, durante l’assemblea del partito con i grandi elettori alla Camera. Fdi avrebbe quindi proposto Carlo Nordio, su suggerimento della Fondazione Einaudi, «per rendere più agevole la convergenza di altre aree politiche qualora non ci fosse da parte della sinistra un atteggiamento strumentale». Ma Fratelli d’Italia, si legge in una nota, «è disponibile ad allargare la rosa dei nomi di centrodestra, oltre al Nordio, anche ad altre personalità che rispondessero ai requisiti di autorevolezza, che siano rispettosi della volontà popolare e con a cuore gli interessi nazionali». «Fratelli d’Italia ha piena ed eguale fiducia in tutti i nomi della rosa del centrodestra che sono circolati e che Giorgia Meloni ha ricordato nel corso dell’assemblea dei grandi elettori di FdI - spiega la nota del partito -. Dopo l’inaccettabile pregiudiziale negativa della sinistra su qualsiasi nome proveniente dal centrodestra, Fratelli d’Italia propone di aggiungere personalità che nella loro storia non hanno avuto alcun trascorso politico. Volgare e faziosa la reazione della sinistra sulla candidatura di Berlusconi ed egualmente inaccettabile la posizione della sinistra su qualunque ipotesi di candidatura di area del centrodestra, avrebbe sottolineato la leader di FdI -. Alcuni lavorano alla riproposizione di Mattarella anche se lui stesso ha dichiarato la sua indisponibilità. Noi non lo chiediamo e su questa ipotesi siamo indisponibili: quella della riconferma del Presidente uscente non può diventare una prassi, avrebbe sottolineato. Noi puntiamo a un governo che abbia un programma coeso e un chiaro mandato popolare, avrebbe detto. La sinistra ha finora inteso il presidente della Repubblica come qualcuno che deve difendere prioritariamente lei e non gli interessi dell’Italia. Noi invece abbiamo sempre sostenuto che deve difendere la volontà popolare e che nelle ipotesi di scioglimento delle Camere il suo ruolo non si deve limitare ad essere quello di un notaio, avrebbe detto». E mentre Meloni sottolinea che in ogni caso FdI sosterrà il ritorno alle urne anche perché "il mandato a Draghi, a nostro avviso, è legato a quello di Mattarella" -  spunta la notizia di un incontro tra il segretario leghista Matteo Salvini e il premier questa mattina. L’incontro non avrebbe avuto luogo nella sede del governo. Fonti di Palazzo Chigi e di Via bellerio, interpellate sull’incontro, rispondono con un secco «no comment». La prima giornata di votazioni infatti si è aperta con una sequenza faccia a faccia, tra cui l'incontro in mattinata tra il segretario del Pd, Giuseppe Conte e Roberto Speranza, dal quale è emerso che alla prima votazione i grandi elettori del fronte giallorosso voteranno una scheda bianca. Atteso invece  in serata l'incontro tra il leader leghista ed Enrico Letta.

Al via il primo voto alla Camera

Al via oggi la prima votazione: alle 15 alla Camera si sono aperte le urne per la scelta del tredicesimo presidente della Repubblica. Oggi i grandi elettori sono 1.008 tra senatori, deputati e delegati delle Regioni. Le prime tre votazioni prevedono l'elezione a maggioranza di due terzi dei componenti, quindi occorrono 672 voti. Assenti alla prima chiama della votazione per l’elezione del presidente della Repubblica i senatori a vita, Giorgio Napolitano (già due volte capo dello Stato) e Carlo Rubbia. Risultano presenti invece le senatrici Liliana Segre ed Elena Cattaneo, i senatori Mario Monti (già presidente del Consiglio) e Renzo Piano. La votazione prosegue in ordine alfabetico, dopo i senatori a vita, seguono deputati e poi delegati regionali. Umberto Bossi, fondatore della Lega, è stato il primo dei grandi elettori a rispondere alla chiama e a depositare la scheda nell'urna.