«Sono stati anni amari, difficili, travagliati. Per il Consiglio superiore e per la magistratura. Agli occhi dell’opinione pubblica abbiamo perso prestigio, credibilità, autorevolezza. È stato incrinato in profondità il rapporto fiduciario tra la magistratura ordinaria e il suo organo di governo autonomo e, cosa assai più grave, tra la magistratura e i cittadini, che è alla base della legittimazione democratica della funzione giurisdizionale». Lo ha detto il vicepresidente del Csm, David Ermini, intervenendo a Firenze all’inaugurazione dell’anno giudiziario. LEGGI ANCHE: «Csm severo con i protagonisti dell’Hotel Champagne» Sul Csm, secondo Ermini, si è abbattuto uno «tsunami» che «è in realtà l’onda lunga di degenerazioni e miserie etiche risalenti negli anni, e sappiamo anche che la gran parte dei magistrati è del tutto estranea all’indegnità disvelata dai ben noti scandali e ne è profondamente turbata». «Altrettanto bene - ha aggiunto il vicepresidente del Csm - sappiamo che l’attuale crisi, per intensità e qualità, richiede davvero alla magistratura una convinta rigenerazione culturale e morale. Abbiamo bisogno di regole e comportamenti nuovi. Non è pensabile che una fase storica come quella che il Paese ha davanti a sé, una fase di ripartenza e costruzione del futuro dalle macerie economico-sociali della pandemia, possa permettersi una magistratura per così dire dimezzata».