«Nel momento in cui l’antimafia italiana è venuta a impattare con il sistema delle carriere, che si era realizzato dal 2006 in poi, le conseguenze sono stati rilevanti». Lo afferma l’ex pm antimafia Alberto Cisterna, ascoltato in Commissione parlamentare Antimafia per alcune dichiarazioni che Luca Palamara aveva fatto davanti alla stessa Commissione nei mesi scorsi, facendo riferimento a ciò che in un certo momento «è accaduto all’interno dell’antimafia italiana, di cui ho fatto parte perché fino al 2012 sono stato procuratore aggiunto della procura nazionale Antimafia». «Personalmente ritengo che se c’è una difficoltà oggi nel giungere a risultati non dico risolutivi, ma quasi risolutivi - ha proseguito - uno dei problemi dipende dall’incrociarsi e quindi avvilupparsi di ciò che accade nelle procure distrettuali antimafia, dentro la procura nazionale antimafia e ciò che avviene laddove le carriere vengono organizzate, disciplinate e in cui viene regolato il traffico delle carriere». Secondo Cisterna il sistema di cui ha parlato Palamara, «non è un sistema a costo zero, non sempre garantisce la selezione dei migliori anzi, come penso Palamara abbia ampiamente spiegato, scoraggia le persone più brave dal concorrere a questo sistema». Ripercorrendo la vicenda che lo riguardò, con un’indagine a suo carico e una fuga di notizie poi un decreto di archiviazione, Cisterna ha fatto riferimenti al «triangolo di cui parla Palamara, io porto le stimmate di quel triangolo sulla mia pelle e so cosa vuol dire. Vuol dire un sistema che ti punta».  Nel corso dell’audizione, Cisterna ha osservato che il «parlamento non può lasciare completamente questo tema all’auto-formazione all’interno del Csm ma deve intervenire probabilmente con norme più severe e più dettagliate che cerchino di contenere quello che è accaduto». Ricordando l’annullamento da parte del Consiglio di Stato delle nomine del presidente della Corte di Cassazione e dell’aggiunto, Cisterna ha osservato come si ponga un «problema drammatico per cui il parlamento deve riappropriarsi di una funzione che, se non bene esercitata, rischia di portare disdoro all’intera magistratura italiana, cioè di metterla in difficoltà, fermo restando che il Consiglio di Stato avrà sicuramente trovato dei profili e tutto è contendibile». Secondo Cisterna, «l’elezione separata dei componenti della sezione disciplinare darebbe una buona opportunità di scegliere in sezione disciplinare i migliori, a legislazione vigente nulla vieterebbe la doppia scheda».