Una vita ricca di incontri e amicizie, quella di Lina Wertmuller, scomparsa oggi a Roma alletà di 93 anni e prima regista donna ad essere candidata allOscar nel 1977 per "Pasqualino Settebellezze", anche se la prestigiosa statuina arriverà nel 2020 come Premio alla Carriera. Le amicizie e gli incontri nella vita della Wertmuller si riveleranno indispensabili e fondamentali per la sua carriera. Sui banchi di scuola conosce Flora Carabella che, qualche anno più tardi diventerà la moglie di Marcello Mastroianni (con lui e Sophia Loren girerà nel 1978 Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politicì, pellicola che vanta il guiness dei primati come titolo più lungo nella storia del cinema), tra i suoi attori-icona accanto a Giancarlo Giannini. Ancora adolescente la giovane Lina frequenta il mondo del cinema e del teatro, si iscrive allAccademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff, anima un teatro di burattini, collabora allinizio con Guido Salvini, Giorgio De Lullo, Garinei e Giovannini, lavora in radio e televisione, firma la prima Canzonissima e il "Giornalino di Gian Burrasca" con Rita Pavone protagonista in abiti maschili. La sua prima apparizione sul grande schermo è del 1953 nel ruolo di segreteria di edizione con ... e Napoli canta! di Armando Grottini, seguirà poi "La dolce vita felliniana£ come aiuto regista. Il vero esordio è targato 1963 con "I basilischi", girato tra la Basilicata e la Puglia, Vela dargento al Festival di Locarno, mentre nel 68 sotto un "nom de plume" (Nathan Witch) dirige un western allitaliana Il mio corpo per un poker con unaffascinante Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni 60 lincontro con Giancarlo Giannini. Un matrimonio artistico perfetto, un sodalizio irripetibile foriero di trionfi, ovunque nel mondo ("Mimi metallurgico ferito nellonore", "Film damore e danarchia", "Travolti da un insolito destino nellazzurro mare di agosto", "Pasqualino Settebellezze", "La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia"). Al suo attivo oltre 30 film anche come sceneggiatrice accanto a Sergio Sollima ("Città violenta"), Pasquale Festa Campanile ("Quando le donne avevano la coda", "Quando le donne persero la coda"), Franco Zeffirelli ("Fratello Sole, sorella Luna"), Enrico Maria Salerno ("Nessuno deve sapere") e serie, corti e film tv, tra i quali "Il decimo clandestino", "Francesca e Nunziata", "Roma, Napoli, Venezia... in un crescendo rossiniano". Nel suo lungo carnet anche la Radio, prosa e varietà, ("Prova generale", "Un Olimpo poco tranquillo", "La dolce vitaccia") Il cinema si trasforma in una palcoscenico dove denunciare e affrontare con coraggio temi politici, come quello del terrorismo ("Scherzo del destino in agguato dietro langolo come un brigante da strada"), ma anche per "dipingere" affreschi storici ("Fernando e Carolina"). E intanto Lina Wertmuller riscopre unaltra grande passione, la lirica. Incursioni rare, ma non passate inosservate. "Carmen" al San Carlo di Napoli per linaugurazione della stagione 1986-87, "Bohème" allOpera di Atene nel 1997 accanto a diverse sceneggiature e regie teatrali che portano la sua firma. Tra i riconoscimenti, oltre allOscar alla Carriera, il Premio Flaiano alla carriera (2008), il Globo doro alla carriera (2009), il David di Donatello alla carriera (2010), il cavalierato di gran croce dellOrdine al Merito della Repubblica Italiana. È stata insignita, inoltre, di due cittadinanze onorarie, dai comuni di Napoli e Minori. Lina Wertmuller Lascia uneredità non solo artistica, ma di pensiero e di vita. In una intervista aveva dichiarato: «Più di quello che è stato, mi piace pensare a quello che farò. Forse un altro film, ho tanti progetti in cantiere, e magari unaltra autobiografia. Lavoro e scrivo sempre, ogni giorno, perché la chiave di tutto è sempre lì, nella storie». Un testamento anche per le nuove generazioni.