«Questa è una storia molto femmina perché mostra le contraddizioni tra essere una donna impegnata quotidianamente per tenere sotto controllo alcune malattie e quello che ogni giorno deve affrontare sia con superiori, istituzioni e collaboratori, ma anche a casa sua, perché è anche madre». Così oggi la scienziata Ilaria Capua, dalla Florida - dove dirige il Centro di Eccellenza One Health dell'Università - interviene alla presentazione di Trafficanti di virus di Costanza Quatriglio, ispirato al suo libro "Io trafficanti di virus", e che sarà in sala per tre giorni, lunedì martedì e mercoledì prossimi con Medusa, e poi su Amazon Prime dal 13 dicembre.   [caption id="attachment_248309" align="alignnone" width="482"] La scienziata italiana Ilaria Capua[/caption]

Trafficanti di virus, parla Ilaria Capua

«Credo che questo film sia riuscito a far capire che i brutti eventi della vita possano essere trasformati in qualcosa di utile per gli altri. Ma abbia anche la forza di mostrare a chi non ha mai messo piede in un laboratorio quanto grandi siano la bellezza e la magia costruite da un gruppo di ricerca che lavora per un obiettivo superiore, anche laddove la leadership sia femminile, perché non è vero che la leadership femminile sia sempre ostacolata, anzi spesso è riconosciuta dai colleghi». In Trafficanti di virus la Quatriglio racconta puntualmente la storia di Irene (interpretata da Anna Foglietta), alias Ilaria Capua, sin da bambina appassionata di scienza e da grande divenuta un'affermata ricercatrice nell'istituto zooprofilattico italiano. Apprezzata, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, soprattutto per la grande capacità con cui lavora e affronta le diverse epidemie diffuse nel regno animale e che potrebbero causare problemi anche all'essere umano. Dopo aver aver scoperto un nuovo vaccino contro l'influenza aviaria, si ritrova, del tutto innocente, coinvolta in un'inchiesta giudiziaria che la accusa di aver diffuso il virus tra gli esseri umani per poi trarre profitto nella vendita dei vaccini.

Trafficanti di virus, la regista e Anna Foglietta

«Mi ha affascinato l'idea di fare un film con al centro una donna - dice la Quatriglio - e anche di fare un'opera con al centro l'Italia che spesso non tratta bene e non valorizza l'intelligenza delle persone e la loro visione di futuro». Dice invece la Foglietta che nel film mostra come il suo personaggio sia stato spesso danneggiato per il suo essere donna: «Ho amato far emergere la voce di una donna che rivendica il suo bisogno di emancipazione e va detto che alle donne capita spesso di fare un passo avanti e quattro indietro, ma non dobbiamo farci intimidire e mi rivolgo soprattutto alle nuove generazioni». E ancora l'attrice romana di nascita, ma di origini napoletane: «Ho conosciuto la Capua solo dopo aver iniziato le riprese. Non volevo essere condizionata. Credo che il suo essere donna abbia giocato un ruolo importante nella sua vicenda». «Era una studentessa brillante e intraprendente a cui non veniva riconosciuto pieno valore e anzi veniva giudicata per il suo aspetto fisico, ma questo è un modo di ridimensionare l'intelligenza femminile, parlando solo di bellezza. È qualcosa che accade anche a me, tante volte sui social. Posto una cosa interessante e mi scrivono che sono bella. Questa è una cosa che ci indebolisce e ci porta a mascolinizzarci. Invece il mio personaggio - conclude la Foglietta - non rinuncia alla sua componente materna e accudente verso i suoi compagni. La Capua è stata emarginata, ma adesso gestisce uno dei laboratori più importanti al mondo e credo che i suoi problemi siano legati soprattutto all'ambiente italiano».