Accolto come una svolta importantissima nei rapporti tra cittadini e giustizia, quando ancora a via Arenula c'era il Ministro Bonafede, l'emendamento di Enrico Costa alla legge di Bilancio 2021, che aveva introdotto il rimborso delle spese legali per chi è assolto con sentenza definitiva, non è ancora operativo. Manca infatti il decreto attuativo. La denuncia arriva dallo stesso deputato e responsabile giustizia di Azione su twitter: «La legge sul rimborso spese legali agli assolti è stata approvata a dicembre 20. Entro febbraio il Ministero Giustizia doveva fare decreto per definire chi ne ha diritto. Ma non lo ha fatto. Se non verrà emanato prima di fine anno, 8 mln destinati agli assolti andranno persi». Ricordiamo cosa prevede la norma. Nel processo penale, allimputato assolto, con sentenza divenuta irrevocabile, perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto il rimborso delle spese legali nel limite massimo di euro 10.500. Esso dovrebbe essere ripartito in tre quote annuali di pari importo, a partire dallanno successivo a quello in cui la sentenza è divenuta irrevocabile, e non concorre alla formazione del reddito. Per averlo l'avvocato deve presentare la fattura, con espressa indicazione della causale e dellavvenuto pagamento, corredata di parere di congruità del competente Consiglio dellordine degli avvocati, nonché di copia della sentenza di assoluzione con attestazione di cancelleria della sua irrevocabilità. Il rimborso non è riconosciuto nei seguenti casi: assoluzione da uno o più capi di imputazione e condanna per altri reati; estinzione del reato per avvenuta amnistia o prescrizione; sopravvenuta depenalizzazione dei fatti oggetto di imputazione. Qual è il problema: la legge di bilancio prevedeva che, con decreto del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, si adottassero, tramite decreto attuativo, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, i criteri e le modalità di erogazione dei rimborsi, nonché le ulteriori disposizioni ai fini del contenimento della spesa nei limiti delle risorse stanziate, attribuendo rilievo al numero di gradi di giudizio cui lassolto è stato sottoposto e alla durata del giudizio. Era prevista l'istituzione di un Fondo per il rimborso delle spese legali agli imputati assolti, con la dotazione appunto di euro 8 milioni annui a decorrere dallanno 2021, che costituisce limite complessivo di spesa. Tuttavia i decreti attuativi non sono mai arrivati e il deputato Costa è «furibondo» come racconta al Dubbio: «il Parlamento ha deciso, con un dibattito anche acceso, ed il mio emendamento è passato all'unanimità. Il Governo deve solo stabilire le regole, senza entrare nel merito della norma. L'Esecutivo non può permettersi di porre un freno ad un principio di civiltà approvato dal potere legislativo». Costa fa riferimento alla risposta che il Governo diede a maggio ad una sua interrogazione parlamentare, sostenendo che la cifra prevista era esigua per le possibili 125 mila domande che sarebbero pervenute e che era difficile stabilire a quale imputato assolto dare priorità in quanto il fascicolo processuale non è conoscibile: «Il Governo non può ridicolizzare così la norma, non deve sindacare sulla cifra stanziata e di conseguenza dire che la norma è inapplicabile - prosegue Costa - . Certo, se avessi potuto far inserire 200 milioni per il rimborso lo avrei fatto, prevedendo una detrazione. Ma siccome una tale somma non c'è, penso che lo Stato abbia fatto bene a dare comunque un segnale sull'affermazione di un principio: ossia che se chiama una persona a rispondere di alcuni reati in un processo penale, deve provvedere a rimborsare le spese legali se quella persona è  innocente». Paradossalmente, ci dice infatti il deputato, «ci vengono a dire che i soldi sono pochi ma poi è lo stesso Governo che nella legge di bilancio in discussione non prevede un centesimo in più per il Fondo. A tal proposito ho presentato un emendamento». Per Costa «non c'è alcuna ragione per cui dopo undici mesi ancora manchi un decreto attuativo.  I magistrati distaccati presso l'Ufficio legislativo del Ministero devono fare quanto è stato stabilito, punto e basta. Altrimenti lascino il loro incarico. Mi sorge il dubbio che lostruzionismo sia dovuto al timore che il prossimo passo sia chiedere a chi ha sbagliato i soldi per rimborso delle spese legali». La norma sulle spese legali completa il puzzle delle altre norme che Costa ha sostenuto: «quella del diritto all'oblio e quella sulla presunzione di innocenza, che tutelano e restituiscono la reputazione e la credibilità ai cittadini ingiustamente indagati e processati». E conclude: «sono convinto che la Ministra Cartabia non sia stata informata di queste dinamiche.  Quindi attraverso la stampa mi appello a Lei e ai suoi nobili principi  affinché possa dare una accelerazione all'emanazione del decreto attuativo.  Purtroppo non sono bastate le mie precedenti interlocuzioni con gli uffici preposti e le iniziative di sindacato ispettivo».