Per un tragico evento tuttora pieno di punti oscuri avvenuto nel lontano 1992, Andrea Bellia, un uomo oggi 45enne, rischia di essere condannato all’ergastolo senza alcuna prova tangibile, ma solo tramite un unico indizio da ritrovarsi in una intercettazione tra due adolescenti appena 18enni, ripescata dopo più di 20 anni. A ciò si aggiunge la modalità dello svolgimento del processo presso la Corte d’Assise catanese. Leggendo le trascrizioni delle audizioni, si notano le dure schermaglie tra la difesa rappresentata dall’avvocata Pilar Castiglia e il Giudice. Si ha la percezione, molto probabilmente errata se il “giusto processo” ha ancora un senso, che quest’ultimo abbia già le idee chiare.

La vicenda risale al settembre 1992 nei pressi di Caltagirone

La vicenda, che ancora desta tanto dolore ai famigliari della vittima, risale al settembre del 1992 presso Caltagirone, un comune della provincia di Catania. Parliamo di Simona Floridia, classe 1975, scomparsa per sempre all’età di 17 anni. Il suo corpo non verrà mai più ritrovato. Sono state avviate delle indagini, vagliate alcune piste, ma il procedimento penale contro ignoti, rubricato come omicidio, è stato archiviato nel 2001. Le numerose persone assunte a sommarie informazioni all’epoca della scomparsa, descrivono Simona Floridia come una ragazza matura, solare e molto legata alla figura paterna.

Caso Simona Floridia, sarebbero tre le ipotesi emerse alla riapertura delle indagini

Dalla relazione criminologica redatta nel 2012, nel momento della riapertura delle indagini, emergono tre ipotesi nelle quali potrebbe aver assunto il ruolo di vittima. La prima ipotesi riguarda quegli ambiti nei quali per le relazioni “disfunzionali”, Simona può aver assunto il ruolo di persona “scomoda” e quindi da punire o addirittura eliminare. La relazione fa tre nomi di ex fidanzati. L’altra ipotesi riguarda il rapporto tra Simona Floridia e l’allora cartomante transessuale Adelaide, dedito a tarocchi e porzioni magiche. Altro aspetto preso in considerazione dalla relazione è l’eventuale presenza sul territorio di Caltagirone di individui gravati da pregiudizi penali per delitti come violenza sessuale, molestie, maltrattamenti. Interessante che, in questo caso, la relazione fa il nome di Andrea Bellia, il quale fin dal 1992 subito ha volontariamente testimoniato che la sera stessa della scomparsa, ha dato un passaggio con il motorino alla ragazza. La relazione invita a risentire lui e le altre amiche di Simona per avere una ricostruzione più approfondita.

Ci potrebbe essere anche un setta dietro la scomparsa di Simona Floridia

Da precisare che la denuncia della sua scomparsa è stata fatta tre giorni dopo il mancato rientro a casa. C’è anche l’invito ad approfondire l’interesse che Simona Floridia avrebbe avuto nei confronti di una setta dedita all’occulto guidata dalla “maestra Giusy Vassallo”. Una setta che ebbe un collegamento con i “Fm Corim”, un altro gruppo religioso composto da presunti frati proveniente dal Sudamerica. Da una vecchia indagine mai approfondita, emerse una ipotesi terribile: all’epoca dei fatti vi sarebbero stati diversi suicidi da parte di persone, anche giovani, collegate a questo gruppo. Diverse ipotesi che però hanno condotto in un vicolo cieco, oppure che non sono state approfondite con incisività. Non solo. Nell’istanza di riapertura delle indagini da parte dei famigliari di Simona si evidenza anche un altro particolare. Ufficialmente la scomparsa di Simona è avvenuta il 16 settembre del 1992, ma la stessa venne avvistata il giorno dopo da due ragazze nei pressi del Viale Mario Milazzo di Caltagirone e anche nella stazione ferroviaria da un funzionario della Polfer. Non è di poco conto.

Andrea Bellia da subito ha riferito di aver incontrato la ragazza

Secondo l'accusa, Bellia dopo un giro in Vespa avrebbe, al culmine di un litigio, gettato da un dirupo Simona. Invece lui stesso, come già testimoniò all’epoca della scomparsa, avrebbe, dopo un giro, riaccompagnato la ragazza in centro, vicino ad un bar e poi non l'avrebbe più rivista. Ribadiamolo. Andrea Bellia ha riferito fin da subito questa circostanza. Non lo ha mai tenuta nascosta. Interessante notare che nell’istanza per chiedere la riapertura dell’indagine, non si fa menzione di Andrea Bellia, l’attuale ed unico imputato.In sostanza, in tutti questi anni, comprese le relazioni recenti e l’istanza di riapertura indagini, il nome di Bellia non esce mai fuori come persona sospetta.

Si riparte da una intercettazione del 1993

Il colpo di scena avviene con la riesumazione di una intercettazione che all’epoca fu già scartata. Si tratta di una telefonata tra un amico di Bellia, tale Mario Licciardi (è stato anche l’ex ragazzo di Simona) e la sua ragazza. Tutti 18enni.Risale al 1993, il passaggio incriminato è questo: «Poi mi fa (si riferisce a Bellia, ndr), mi stava uscendo il fatto che l’aveva ammazzata, vah, mi ha fatto capire che l’aveva ammazzata lui ed allora si è messo un sorrisino così: è inutile che cercano, fanno. L’ho guardato in faccia e gli ho detto: “Oh, bello mio! - gli ho detto - Ma che vuoi?”. E me ne andavo, nel senso che non parlavo con lui, mi giravo e me ne stavo andando a lavorare. Ascolta, ma cinque minuti non te li posso rubare? L’ho guardato in faccia e gli ho detto: “Dai, parla, veloce! Che mi devi dire? Tutto questo era?”. L’ho guardato in faccia e gli ho detto: “Sì, ma a me non mi devi raccontare una minchia! Non mi interessa niente! Non mi venire a cercare! Ciao!”, e me ne sono andato». Punto. Poi la telefonata prosegue parlando d’altro. Mai una denuncia da parte di Licciardi su questa vicenda. Solo quando sarà ascoltato, 26 anni dopo, gli riaffioreranno dei ricordi che però Bellia stesso stigmatizza. Nessuna prova, solo questa telefonata e la testimonianza dell’amico. In compenso, le testimonianze delle amiche di Simona che avevano raccontato altre circostanze oscure, aggiungono altri particolari in corso d’opera. Sembra che tutto, all’improvviso, si adegui dopo che è stato sbattuto il mostro in prima pagina.

Andrea Bellia oggi è sposato e ha due figli piccoli

Bellia oggi è un uomo sposato che ha due figli piccoli. A causa dell’accusa di omicidio, a distanza di tantissimi anni, sta subendo anche ripercussioni lavorative. «È un processo nato da una intercettazione attenzionata dalla Procura dopo ben 20 anni dalla scomparsa di Simona Floridia. Già questo la dice lunga. La verità è che celebrare un processo dopo 30 anni non potrà mai (e poi mai) portare ad una sentenza pronunciata oltre ogni ragionevole dubbio», spiega a Il Dubbio l’avvocata Pilar Castiglia, legale dell’imputato Andrea Bellia. «Ciò – prosegue -, a maggior ragione perché, a mio avviso, le prove ad oggi assunte nel corso del dibattimento sono ben lungi dal dimostrare la responsabilità del mio assistito, il quale, all'esito dell'esame dell'imputato, ha persino chiesto di essere sottoposto a confronto con il soggetto coinvolto nella intercettazione "ritrovata"». Infine l’avvocata Castiglia conclude: «Tuttavia, malgrado ciò, il mio assistito continua a confidare nel fatto che un giusto processo, celebrato nei giusti tempi e ispirato a serenità ed equilibrio, nell'ottica di pervenire all'accertamento della verità, non potrà che condurre alla sua assoluzione».