«I dirigenti della pubblica amministrazione sono nel terrore per il rischio di incappare nelle maglie della giustizia. Occorre mettere mano a una riforma della magistratura, ripristinare l'autonomia dei sindaci». A dirlo ieri Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, intervenendo al convegno Ripartire dalla semplificazione della Pubblica amministrazione, una grande opportunità non solo per i professionisti, organizzato da Ancot (Associazione nazionale consulenti tributari) e Confederazione Aepi (Associazione europea dei professionisti e delle imprese). Come ricordato in un recente ordine del giorno dell'onorevole di Azione Enrico Costa, «il 7 luglio scorso i sindaci hanno manifestato a Roma "per chiedere di intervenire sul reato d'abuso d'ufficio e rivedere la responsabilità amministrativa e i confini entro i quali un amministratore o un dirigente pubblico possono agire, poiché il reato non è ancora abbastanza tipizzato e da ciò discendono i pericoli di un'eccessiva dilatazione dell'intervento penale"; la manifestazione dei sindaci ha rappresentato un grido di dolore di chi quotidianamente si ritrova in prima linea, subendo esposti, quasi sempre infondati, che vengono poi strumentalizzati politicamente». Secondo gli ultimi dati disponibili dell'Istat, nel 2017 sono stati 6.500 i procedimenti aperti per abuso d'ufficio, di cui solo 57 le condanne definitive; nel 2018 quelli definiti da Gip e Gup sono stati 7.133 e 6.142 sono stati archiviati; «si dimostra - conclude Costa -  che i procedimenti aperti per abuso d'ufficio sfociano in condanne definitive in meno di un caso su cento». Nell'accogliere l'odg, il governo si è impegnato a studiare le modifiche alla legge Severino, nel punto in cui prevede la sospensione degli amministratori locali dopo la condanna in primo grado per abuso di ufficio. E in più adesso Partito Radicale e Lega stanno finendo di raccogliere le firme sui sei referendum giustizia, uno dei quali chiede l'abolizione della Severino. Bianco lo avrà sottoscritto?