La condanna di Mimmo Lucano continua a tenere banco sul fronte della magistratura. Dopo la presa di posizione dell’Associazione nazionale Magistrati, a difesa dei giudici del tribunale di Locri, che hanno inflitto 13 anni e 2 mesi di carcere all’ex sindaco di Riace, e l’intervento del segretario nazionale di Magistratura Democratica, il magistrato reggino Stefano Musolino, che invece ha criticato i suoi colleghi, ecco arrivare un altro commento sulla vicenda giudiziaria. A parlare stavolta è il giudice Andrea Reale, che in un’intervista rilasciata a “Libero”, si affianca ai giudici che hanno ritenuto colpevole Lucano di una parte dei reati a lui ascritti, ma critica aspramente quelle toghe che strumentalizzano, a suo dire, la giurisdizione. Reale è gip presso il tribunale di Ragusa ed è componente di “Articolo Centuno”, uno dei gruppi del Comitato direttivo dell’Anm. «Vuole sapere come la penso su questa vicenda? I magistrati non possono scendere nella battaglia politica e non devono strumentalizzare la giurisdizione. Se lo fanno è semplicemente eversivo» afferma Reale al giornale diretto da Alessandro Sallusti. «Chi oggi parla di "settarismo giudiziario" o di "autoreferenzialità" o "chiusura della magistratura" non ha considerato i titoli di reato ed il numero dei fatti contestati all'ex sindaco Lucano e agli altri imputati del processo. Non vedo altre spiegazioni». Reale aggiunge: «Io faccio il giudice in Sicilia. Qualcosa penso di conoscere. Lucano è stato ritenuto responsabile di oltre 20 reati molto gravi. Non c'è proprio nulla di abnorme in quella condanna» e spiega la sua affermazione. «Il peculato, a Lucano ne sono stati contestati 16 diversi episodi, ha una pena minima di quattro anni» e «in attesa di leggere le motivazioni della sentenza faccio presente che il pm che ha chiesto la condanna ha anche depositato la sua requisitoria in cui spiega bene il percorso argomentativo svolto». Per Reale, dunque, le accuse contro i magistrati di Locri «sono inconcepibili, se non eversive». Il giudice ritiene, inoltre, che le parole di Musolino siano gravi «in quanto provengono dall'interno della magistratura, e soprattutto, da quella associata». Infine, una chiosa su Lucano. «Se non interviene una sentenza definitiva di condanna è da considerarsi innocente. Però voglio sottolineare che non possono esserci in Italia santuari inattaccabili del controllo di legalità. Il diritto di critica, anche delle decisioni giudiziarie, è sacrosanto, ma la critica non può prescindere dai fatti e dalla loro analisi».