Luca Palamara, in un’intervista a Libero, parla del caso del momento, ovvero di Luca Morisi e l’indagine per cessione di stupefacenti aperta dalla procura di Verona che ormai è diventata una questione politica, visto che l’indagato è l’ex Guru social di Matteo Salvini. «Noto la sovraesposizione mediatica in queste ore di una persona, il ragazzo rumeno, che racconta fatti risalenti a oltre due mesi fa. Chi ha fornito solo adesso questo genere di "pista"? Chi e perché acquisisce e utilizza informazioni per provare a manipolare l'agibilità democratica nel nostro Paese?» si domanda l’ex pm della procura di Roma, espulso dalla magistratura dopo lo scandalo delle nomine pilotate al Consiglio Superiore della Magistratura. Palamara, inoltre, cerca di dare una risposta su chi abbia veicolato la notizia dell’inchiesta ai giornalisti. «In questi casi si tratta dei soliti soggetti che puntano a strumentalizzare il processo penale. Da luogo in cui si accertano i fatti, il processo viene utilizzato per altri fini, servendosi in alcuni casi e a loro insaputa degli stessi magistrati. Bisogna allora scoprire chi sono i burattinai che scelgono quali informazioni dare, come darle e quando darle, avvalendosi sempre delle stesse firme giornalistiche». Si può paragonare Morisi a Palamara? Sono due vittime del “Sistema”? Ecco come la pensa l’ex segretario dell’associazione nazionale magistrati. «I casi sono profondamente diversi, ma la modalità con cui sono date le notizie è la stessa. Non entro nel merito se le notizie su Morisi siano vere o false. Però è certo che sono sistematicamente stritolati dagli ingranaggi del "Sistema" vite, carriere, affetti, immagine pubblica di persone prescindendo dall'accertamento della loro colpevolezza. Quando anche un processo dovesse accettarne l'innocenza sarà comunque rimasta la macchia. E chi risarcirà la vittima dallo sputtanamento subito? Mesi di prime pagine compensate da tre righe prima delle previsioni del tempo o dell'oroscopo?».