La richiesta di archiviazione per Anna Corona e Giuseppe Della Chiave nellinchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone apre uno squarcio sulla morbosità con cui media e talk show hanno alimentato per anni e alimentano tuttora accuse e sospetti sulla vicenda. Nellatto, la Procura di Marsala ha sottolineato infatti che «linfluenza dei media è a tale punto che essi non si limitano a raccontare gli eventi piuttosto, spesso, in una gara a chi arriva prima tra diverse testate giornalistiche, a provocarli. E tali eventi hanno pure una sgradevole referenza sulle indagini in corso». Una strigliata, per usare un eufemismo, nei confronti dei salotti televisivi protagonisti di un certo modo di fare informazione e intrattenimento, quellinfotainment tante volte citato nelle quotidiana requisitoria contro la cattiva informazione ma mai davvero contrastato nel mondo dei media. Fino a che, come in questo caso, arriva una Procura a denunciarne labuso. Anna Corona è la madre di Jessica Pulizzi, processata e poi assolta per concorso nel sequestro della bambina, ed è la ex moglie del padre naturale di Denise. Allepoca era dipendente di un hotel, era stata accusata da una turista di averle vista mentre qualcuno le urlava «perché lhai portata qui?», con il pianto di una bambina in sottofondo. Tutto falso, mentre è vero che la turista quel primo settembre 2004 non era a Mazara, come testimonia un prelievo bancomat. «Sono stata martellata da trasmissioni televisive che non fanno altro che parlare del sequestro di Denise e ho ritenuto che fosse giusto fare quello che ho fatto», ha ammesso la sedicente turista. Anche la richiesta di archiviazione per Giuseppe Della Chiave si basa su un contesto simile. Lo zio Battista, sordomuto, aveva testimoniato di averlo visto con Denise su uno scooter lo stesso giorno della scomparsa. Successivamente è arrivata una mail in cui in cui una donna diceva di averlo visto a Pescara, in compagnia di Denise. Illazioni che la Procura ha bollato come false ma che rendono lidea, una volta di più, di quanta morbosità ci sia nella ricerca di un colpevole, nel tentativo di far luce laddove, dopo diciassette anni, di luce non se nè vista ancora.