«Penso che il percorso di costruzione del futuro del Paese richieda responsabilità e impegno da parte di tutti gli attori della giurisdizione. Sapete che da tempo sostengo la necessità che si possa finalmente affrontare il tema del rilievo costituzionale dell’avvocatura, perché magistrati e avvocati (e aggiungerei anche gli accademici) sono i coprotagonisti e partecipano su un piano di parità al buon andamento della funzione giurisdizionale». Così ieri il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, David Ermini, intervenendo al XVIII Congresso dell’Unione delle Camere Penali Italiane, in corso a Roma. «Specialmente ora, di fronte alla prospettiva di una giustizia nei tempi e nei modi più efficiente - ha proseguito Ermini -, ritengo che tra tutti gli operatori del diritto debba prevalere spirito costruttivo e interesse a collaborare insieme in vista dell’obiettivo, nella consapevolezza che la reciproca legittimazione è il presupposto indispensabile del contributo di ciascuno all’attuazione dei principi e delle garanzie stabiliti dalla carta costituzionale». Parole certamente apprezzate dalla presidente facente funzione del Consiglio nazionale forense, l’avvocato Maria Masi, perché quella del rafforzamento dell’avvocato in Costituzione è una delle battaglie più importanti portate avanti dall’ organismo apicale istituzionale dell'Avvocatura: «Ritengo molto significativa la ferma convinzione e il rinnovato sostegno del vicepresidente del Csm, David Ermini, sulla necessità di tutelare alla stessa maniera l’indipendenza e l’autonomia, anche intellettuale, di avvocati e magistrati, e quindi della giurisdizione italiana. I tempi sono certamente maturi – ha proseguito Masi - per riavviare il percorso parlamentare sul riconoscimento dell’avvocato in Costituzione, a garanzia del corretto e pieno esercizio del diritto di difesa. Già nel recente passato il progetto del Cnf sul tema del rilievo costituzionale dell’avvocatura aveva ottenuto l' impegno della politica, tanto che esiste un disegno di legge, depositato in Senato. Ripartiamo da lì, con un’unità di intenti: il rafforzamento dello Stato di diritto e dell’intera giurisdizione a favore dei cittadini».