«Il sito dell'ufficio stampa di una forza dellordine esibisce, al fine di informare il cittadino-contribuente, 2240 comunicati su indagini, denunce, arresti, perquisizioni, sequestri in tutta Italia. Non sarebbe male informare il cittadino anche sullesito di quei processi». Arriva da twitter l'affondo dell'onorevole Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione, nei confronti della Guardia di Finanza. Lui non ne fa cenno esplicitamente ma non ci è voluto molto a scoprire a chi si riferisse. Si tratta di una criticità che abbiamo sollevato spesso, anche su segnalazione delle Camere penali territoriali, per le quali la giustizia non è una serie tv in riferimento ai video degli arresti: primo piano sulla caserma, poi sirene spiegate in strada, arrivo sul posto con dispiegamento di forze e infine riprese degli arrestati. Lo show è servito: ma la presunzione di innocenza? «Qui si pongono due problemi - ci dice l'onorevole Costa -: il primo è che non sappiamo come vanno a finire queste operazioni, che costituiscono una parte dell'indagine. Le persone arrestate sono state poi condannate, ad esempio? Se assolte o prosciolte, è stato aggiornato il comunicato o cancellata la vecchia notizia, in rispetto del diritto all'oblio?». Sono tutte questioni inerenti il dibattito sul recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza. «Il secondo problema: i trailer e i nomi evocativi delle operazioni investigative che siamo abituati a vedere in televisione e leggere sui giornali - prosegue Costa - devono essere ripensati nell'ottica della direttiva. Comunicazioni di questo genere sono molto sbilanciate dal punto di vista dell'accusa. Posto che il lavoro delle forze di polizia è indiscutibile, ragioniamo però insieme se debba continuare ad esserci una forma di comunicazione così impattante». Abbiamo chiesto un commento all'ufficio stampa della Guardia di Finanza, ma non ha fornito una risposta perché non c'è un esplicito riferimento a loro nel post social. Per quanto riguarda lesito delle operazioni, le Fiamme Gialle non sanno come vanno a finire perché non vengono avvisate dai Tribunali e dalle Procure. Una proposta da fare potrebbe essere allora quella di creare una prassi di aggiornamento.