Sì alle unioni civili tra persone omosessuali ma nulla a che vedere col matrimonio. Lo ha sottolineato il Papa sul volo di ritorno dalla Slovacchia. «Il matrimonio - ha ricordato nellintervista coi media trasmessa daTv2000 -  è un sacramento, la Chiesa non ha potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Ci sono leggi che cercano di aiutare le situazioni di tanta gente che ha un orientamento sessuale diverso». «È importante, - ha detto - gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dare loro sicurezza di eredità, salute, non solo per gli omosessuali, ma per tutte le persone che vogliono associarsi. Ma il matrimonio è matrimonio. Questo non vuol dire condannarli, sono fratelli e sorelle nostri, dobbiamo accompagnarli. Ci siano leggi civili, per le vedove ad esempio, che vogliano associarsi con una legge per avere servizi... cè il Pacs francese, ma niente a che vedere con il matrimonio come sacramento, che è tra un uomo e una donna. Delle volte creano confusione. Sono fratelli e sorelle tutti uguali, il Signore è buono, vuole la salvezza di tutti, ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tante persone di orientamento omosessuale si accostano alla penitenza, chiedono consiglio al sacerdote, la Chiesa li aiuta, ma il sacramento del matrimonio è unaltra cosa». Non è la prima volta che il pontefice affronta il tema pubblicamente. Già nell'ottobre del 2020, avevano fatto il giro del mondo le sue dichiarazioni contenute in un documentario dal titolo Francesco, presentato alla Festa del Cinema di Roma. «Gli omosessuali hanno diritto ad essere parte della famiglia. Sono figli di Dio e hanno il diritto ad una famiglia. Nessuno dovrebbe essere respinto, o emarginato a causa di questo. Quello che dobbiamo fare e una legge per le unioni civili. In questo modo sono garantiti», erano state le parole di Bergoglio.