Il Fatto Quotidiano nella sua edizione cartacea annuncia che l’ex pm del pool di “Mani Pulite", Piercamillo Davigo, ha intenzione di querelare il suo ex collega, Francesco Greco, dopo l’intervista rilasciata dal procuratore di Milano, al “Corriere della Sera”. Dichiarazioni forti, quelle rese dal capo della procura meneghina, che hanno riguardato anche l’ex presidente di una delle sezioni penali della Cassazione, coinvolto nella faccenda giudiziaria che riguarda il pm di Milano, Paolo Storari.

La procura di Milano e la "Loggia d'Ungheria"

Secondo Francesco Greco, infatti, la circolazione dei verbali dell’avvocato Piero Amara, circa la presunta esistenza della cosiddetta “Loggia d’Ungheria”, è stato un atto irresponsabile, visto che le persone menzionate dall’ex legale dell’Eni, erano magistrati, politici, avvocati e imprenditori. Greco, al quotidiano di via Solferino, ha spiegato che «non c’è stato nessun sollecito, nessun contrasto, nessuna inerzia è emersa perché non c’è mai stata. Anzi, è stato il sottoscritto a sbrogliare la questione delle iscrizioni imponendo quella di Amara e dei suoi sodali per Ungheria, mentre Storari le aveva volontariamente omesse».

Altre procure coinvolte

I verbali di Amara, inoltre, riguardavano anche altre procura italiane: Roma, Reggio Calabria, Perugia, Catania, Potenza e Firenze. Storari, quindi, «ha tradito anche la fiducia della collega Pedio, ha messo in difficoltà tutte le procure» quelle citate poc’anzi, «con le quali collaboravamo in coordinamento investigativo, mentre i verbali “circolavano per Roma”». Insomma, scrive il giornale diretto da Marco Travaglio, «in questa Milano lacerata, la querela di Davigo a Greco può rappresentare la rottura definitiva di ciò che fu Mani Pulite».