Si rafforza l'iniziativa referendaria nel nostro Paese. Dopo i referendum su "giustizia giusta" promossi da Lega e Partito Radicale e quello sull'eutanasia legale a firma Associazione Luca Coscioni, parte oggi il referendum cannabis. È stato depositato infatti presso la Corte di Cassazione un quesito referendario che propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative per quanto riguarda la cannabis. A proporlo un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione. Alla proposta hanno preso parte anche rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani. L'obiettivo ambizioso è completare la raccolta in soli 20 giorni in quanto, come previsto dalla legge, le firme vanno raccolte dall’1 gennaio al 30 settembre dello stesso anno: sarà possibile farlo sul sito www.referendumcannabis.it grazie alla firma digitale, una possibilità unica per la pratica della democrazia diretta per via telematica. I promotori si appellano al Governo perché non vi siano discriminazioni circa la possibilità di consegna delle firme certificate entro il 30 ottobre, come per gli altri referendum presentati in Cassazione prima del 15 giugno. L'iniziativa sarà presentata oggi durante un webinar che parte alle ore 17. Cliccando qui sarà possibile seguire la diretta dei lavori.  Interverranno: Marco Perduca (Ass. Luca Coscioni), Grazia Zuffa (Società della Ragione), Leonardo Fiorentini (Fuoriluogo), Antonella Soldo (Meglio Legale), Franco Corleone (Forum Droghe), Riccardo Magi (+Europa), Beatrice Brignone (Possibile), Matteo Mantero (Potere al Popolo), Giulia Crivellini (Radicali Italiani), Daniele Farina (Sinistra Italiana). Conclude Marco Cappato (Ass. Luca Coscioni). «Quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è una delle questioni sociali più importanti nel nostro Paese -  si legge nel comunicato di lancio dell'iniziativa - .  Un tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la ricerca scientifica, le libertà individuali e, soprattutto, la lotta alle mafie. Sono 6 milioni i consumatori di cannabis in Italia, tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato nell’impossibilità di ricevere la terapia, nonostante la regolare prescrizione. Questi italiani hanno oggi due sole scelte: finanziare il mercato criminale nelle piazze di spaccio o coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Un dibattito che non può più essere rimandato e deve essere affrontato con ogni strumento democratico».