«Non emergono elementi da cui desumere che l’autoassegnazione abbia avuto finalità diverse dalla funzionalità dell’ufficio». La frase è contenuta in una nota dell’ordine del giorno del plenum di mercoledì al Csm, giorno in cui i consiglieri si ritroveranno a votare la bocciatura dell’iter di assegnazione del fascicolo della funivia. Una frase riferita all’operato della gip Donatella Banci Buonamici, alla quale il fascicolo è stato sottratto proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di incidente probatorio avanzata da una dalle difese, circa una settimana dopo la discussa decisione di non convalidare il fermo disposto dalla procura per i tre indagati per la strage del Mottarone.

Un passaggio breve, quasi invisibile, ma non di poco conto nell’ambito di una polemica che si è trasformata in un vero e proprio caso per il mondo della magistratura, l’ennesimo in un periodo travagliatissimo per le toghe. Come evidenziato nell’edizione di sabato, l’intero iter di gestione del fascicolo è stato giudicato negativamente dalla settima Commissione del Csm, che si è trovata per le mani tutti i documenti del caso e la valutazione operata dal Consiglio giudiziario di Torino. E dall’analisi della vicenda vengono fuori le fibrillazioni che hanno tenuto banco in Tribunale sin dall’inizio della vicenda, diventata un vero e proprio caso mediatico, tanto che perfino il fermo per i tre indagati era stato motivato con il «clamore internazionale» suscitato dalla vicenda. Troppo poco, secondo la gip, per tenere in carcere tre persone, in assenza di riscontri adeguati che facessero temere la fuga, l’inquinamento probatorio o la reiterazione del reato. Una scelta che è costata alla giudice attacchi, anche violenti, sul web, e che la stessa ha difeso ricordando a tutti le garanzie di uno Stato di diritto.

Il fascicolo, però, le è stato sottratto il 7 giugno scorso, quando il presidente del Tribunale di Verbania ha disposto l’assegnazione dello stesso ad Elisa Ceriotti, in qualità di «gip titolare del ruolo per tabella», a fronte del deposito, il 3 giugno, della richiesta di incidente probatorio. Due i decreti che hanno preceduto questa situazione. Il primo è il numero 3/ 2021, del primo febbraio, tramite il quale Banci Buonamici, con l’approvazione del presidente Luigi Montefusco, «preso atto della grave situazione di sofferenza dell’ufficio gip», ha disposto l’esonero di Ceriotti fino al 31 maggio, riassegnando alcuni procedimenti pendenti alle colleghe Beatrice Alesci e Annalisa Palomba, alla quale, in particolare, sarebbe toccato il mese di maggio. In tale situazione, anche la presidente Banci Buonamici avrebbe coperto alcuni dei turni, così come si evince dallo stesso decreto.

Il secondo è quello del 27 maggio, quando Banci Buonamici, sentito il presidente, ha riassegnato a sé il procedimento della funivia, per il quale alle 17.50 era stata depositata richiesta di convalida del fermo dei tre indagati, dato l’impegno, in concomitanza, di Palomba e dato quanto previsto dal decreto 3/ 2021. Il 7 giugno, dunque, il presidente del Tribunale, Luigi Montefusco, ha “restituito” il fascicolo a Ceriotti, evidenziando che l’assegnazione a Banci Buonamici anche della richiesta di incidente probatorio «non è conforme alle regole di distribuzione degli affari ed ai criteri di sostituzione dei giudici impediti disposti nelle tabelle di organizzazione dell’Ufficio gip/ gup».

Si tratta, però, dell’unico fascicolo sottratto a Banci Buonamici. E ciò, ha spiegato Montefusco, in quanto «gli altri procedimenti assegnati nel periodo di esonero» sono stati assegnati «“in via definitiva” entrando a far parte del ruolo dei colleghi assegnatari». Ma non solo. Stando alla memoria di Montefusco, a seguito del deposito della richiesta di incidente probatorio il presidente «aveva tentato di convincere la collega a spogliarsi del fascicolo, che ella “intendeva trattenere anche per la decisione sull’incidente probatorio”, “anche per sottrarla a facili accuse di eccessivo protagonismo” e per riportare il procedimento al suo gip naturale», ossia Ceriotti. Una «opera di convincimento» che Montefusco avrebbe tentato di fare il 5 giugno via sms, alla quale Banci Buonamici «si è opposta con una veemenza inusitata, e per me, inspiegabile», ha aggiunto. Rientrato in ufficio e dopo aver adottato il provvedimento del 7 giugno, «aveva appreso che l’udienza dibattimentale della dr. ssa Palomba era terminata il 27.5.2021 alle ore 13».

Diversa la ricostruzione di Banci Buonamici, secondo cui «le funzioni gip nel procedimento per la convalida del fermo sono state da lei esercitate non in qualità di supplente, ma previa assegnazione a sé del fascicolo, concordata telefonicamente col presidente, dopo autorizzazione ad hoc all’apertura della cancelleria per ricevere l’atto fuori dall’orario». Un’autoassegnazione che trova origine nel provvedimento 3/ 2021, «a sua insaputa mai trasmesso al Consiglio Giudiziario nonostante prevedesse una variazione tabellare» - e pertanto dallo stesso bocciato, in quanto non noto - in forza del quale tutti i procedimenti transitati da Ceriotti ad altri gip «sono stati definitivamente presi in carico dal giudice assegnatario e mai restituiti» alla stessa, proprio in quanto l’esonero era finalizzato ad alleggerire il suo ruolo. Nessun fascicolo, ad eccezione del procedimento “Mottarone”, è stato infatti riassegnato a Ceriotti, «scelta conforme alle previsioni tabellari in base alle quali il fascicolo incardinato per il compimento di un atto urgente resta assegnato al medesimo giudice, al fine di non incorrere in future incompatibilità in ragione delle contenute dimensioni dell'ufficio». Banci Buonamici, in quella situazione, sarebbe stata dunque la «sola persona che avrebbe potuto, nel breve lasso di tempo imposto dalle richieste della Procura, studiare con un poco di attenzione le carte processuali». Nessuno, fino al 3 giugno, avrebbe sollevato dubbi sulla sua legittimazione a decidere sulla richiesta di incidente probatorio, essendo tra l’altro «Ceriotti ancora in congedo ordinario fino al 7 giugno». Giorno in cui, poi, non le è stato consentito di depositare l’ordinanza.

In merito alla posizione di Palomba, Banci Buonamici ha evidenziato che la stessa «era gravata da un pesante ruolo dibattimentale che la vedeva sempre impegnata in udienza, a volte fino a tardo pomeriggio, il lunedì, il martedì ed il giovedì ed inoltre era in ferie dal lunedì successivo 31 maggio fino al 5 giugno». Ed è «prassi dell’ufficio concordata con il presidente Montefusco e con le colleghe della sezione, non gravare la collega di incombenti urgenti e impegnativi, da evadere nel corso del fine settimana». L’autoassegnazione, pertanto, «oltre che concordata ed avallata dal presidente Montefusco, era conforme alla prassi dell’ufficio, rispondeva esclusivamente all’interesse primario di garantire il funzionamento del Tribunale e non aveva incontrato l’obiezione di alcuno». Insomma, un gran pasticcio, sul quale ora si pronuncerà il plenum, che dovrà stabilire se formalmente, così come evidenziato dal Consiglio giudiziario di Torino prima e dalla prima Commissione poi, tutto l’iter di assegnazione sia stato viziato da errori. E ciò a prescindere «dall’impegno profuso per far fronte alle criticità dell’ufficio da parte della presidente di sezione, del quale comunque non si ha motivo di dubitare sulla scorta della documentazione in atti».