«In "Controcorrente" faccio nomi e cognomi, racconto le cose che non hanno funzionato, parlo dello scandalo Open riportando le parole della Corte di Cassazione. Ma dico anche che bisogna chiudere la guerra dei trent’anni fra politica e magistratura. Lo penso davvero». A dirlo è il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che nella sua Enews parla del suo ultimo libro che pone al centro «l’argomento del giorno, la giustizia». «Intanto, simbolo dei simboli, al giudice Davigo è arrivato un avviso di garanzia. Noi garantisti siamo molto chiari e coerenti: un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna. Vale per tutti. Anche per Davigo. Per noi Davigo è un cittadino innocente, non - come diceva qualcuno - un colpevole non ancora scoperto. Perché noi siamo garantisti, non giustizialisti. Noi», sottolinea l'ex premier. Di pari avviso il Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto che, rispondendo a Tgcom24 a una domanda sull’avviso di garanzia a Davigo, ribadisce: «Una informazione di garanzia non è e non può diventare, per chiunque, una sentenza di condanna, anche se in Italia troppo spesso il processo mediatico stravolge regole e diritti delle aule dei Tribunali». Quanto alla contrarietà del M5S sulla riforma della giustizia e della prescrizione, Sisto ha commentato: «Qualora ci fossero davvero propositi di belligeranza ad oltranza, mi auguro che possano rientrare. La proposta del governo è già una mediazione e credo che indietro, per rispetto dell’art.111 della Costituzione, sia davvero molto difficile tornare. Questo nell’interesse dei cittadini, perché al centro del processo ci sono solo e soltanto loro».