«Lo ripetiamo ancora una volta: la strage del carcere di Sant'Anna non doveva essere archiviata. Sono tantissime le testimonianze e gli esposti raccolti che raccontano di pestaggi, torture e abusi da parte della Polizia Penitenziaria al carcere di Modena, proseguiti nelle settimane e nei mesi seguenti anche negli istituti dove i detenuti sono stati trasferiti». Lo scrive il comitato "Verità e Giustizia per la strage del Sant'Anna" che chiede di fare luce su quanto successo nel carcere di Modena a marzo 2020, quando ci fu una rivolta e morirono nove detenuti. L'inchiesta sui decessi è stata archiviata, ma sono al vaglio degli inquirenti altri esposti e, sulla base della denuncia di un detenuto, riportano alcuni media, sarebbe stato aperto dalla Procura modenese un fascicolo, contro ignoti, per il reato di tortura. La circostanza non è stata confermata ufficialmente. «La ricostruzione farsesca del festino al metadone come causa della morte di nove detenuti - prosegue il comitato - appare ancora più inverosimile alla luce delle inchieste in corso nelle altre carceri del paese, e quindi il Comitato Verità e Giustizia per la strage del Sant'Anna accoglie con soddisfazione l'apertura di un fascicolo di indagini sulle violenze contro i carcerati. Ci auguriamo che le approfondite indagini che hanno portato alla verità sul carcere di Santa Maria Capua Vetere siano il modello a cui riferirsi anche per altre carceri, dove ben si sa che la violenza è all'ordine del giorno.