Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, è netto quando dice che «le persone vanno convinte con la serietà e con le certezze, non costrette a fare una scelta piuttosto che un’altra».

Onorevole Lollobrigida, perché Fratelli d’Italia è contraria a un green pass per autobus e ristoranti come quello francese?

Abbiamo un’impostazione rispetto ai francesi spesso diversa riguardo alle libertà individuali. È aberrante immaginare che la vita sociale debba essere sottoposta a uno strumento di riconoscimento come in una dinamica orwelliana che si sa dove comincia ma non si sa dove finisce. Crediamo che il discorso non torni nemmeno dal punto di vista costituzionale, che prevede alcune limitazioni alla libertà solo in casi di emergenza per brevissimi periodi. Escludere alcune persone dalla vita sociale a forza e sottoporle a qualsiasi forma di trattamento contrario alla loro volontà è qualcosa che non riteniamo corretto. E lo dice uno che ha avuto il covid e ha fatto il vaccino.

Con la variante delta che aumenta non crede sia opportuno dare degli incentivi per aumentare le vaccinazioni?

Finora abbiamo visto un grande caos rispetto ai vaccini. Comprendo coloro che hanno perplessità rispetto alle comunicazioni che sono arrivate sia dal ministero che dalle case farmaceutiche, sui rischi dell’uno o dell’altro vaccino o sulla somministrazione consigliata per un’età e poi capovolta. Le persone vanno convinte con la serietà e con le certezze, non costrette a fare una scelta piuttosto che un’altra, a prescindere dalle varianti.

Se non con il green pass, in quale altro modo si può accelerare sulla campagna vaccinale?

Bisogna verificare gli ingressi con le necessarie contromisure rispetto a vie d’accesso che in Italia restano aperte, come quelle dei migranti clandestini che continuano a sbarcare a migliaia senza alcuna forma di controllo da aree del mondo del tutto malgovernate in termini di profilassi.

L’obbligo è già stato inserito per gli operatori sanitari, non crede sia giusto dare incentivi come il green pass anche a quegli over 60 che non vogliono vaccinarsi e sono più a rischio?

Gli incentivi vanno dati a ristoratori, imprenditori e coloro che sono stati mandati sul lastrico dalla pandemia. È ben più di un anno che combattiamo contro covid 19 ma anche contro una serie di malattie correlate come depressione, obesità, e l’assenza di cure adeguate in tempi ragionevoli ad esempio per i malati oncologici. Sono stati ridotti talmente tanto i posti letto da non curare altre malattie. Siamo nel mezzo di una una sindemia, cioè un insieme di criticità da affrontare. Dobbiamo cercare di proteggere gli over 60 e garantire la possibilità di vaccinarsi a chi vuole farlo, dando però tutte le condizioni a chi ritiene di non volerlo fare per evitare di prendere il virus. Ricordo che sotto i 40 anni i dati sulla letalità del virus sono statisticamente irrilevanti.

Draghi ha accolto alcune vostre richieste, come sul cashback. Non c’è possibilità di dialogo sul green pass?

Sul cashback abbiamo fatto una richiesta specifica a Draghi, cioè di spostare i soldi verso quelle piante- aziende che si sono seccate con la pandemia e non ricresceranno più. E lui le ha accolte. Ora vogliamo abolire il reddito di cittadinanza affrontando la povertà in un modo che non sia concorrenziale con i salari. Altro che green pass.