Alessandro Zan «si trasforma in influencer e dice di andare in Aula incrociando le dita, un’impostazione sbagliata del nostro ruolo di politici». A Davide Faraone, capogruppo renziano al Senato, non va proprio giù che un autorevole esponente del Pd si presenti in Parlamento con la leggerezza di chi si gioca il tutto per tutto alla cieca senza ponderare le conseguenze. La politica è cosa seria, è il sottotesto del ragionamento di Faraone, non dovrebbe avere niente a che fare con la superficialità dei social network. Peccato che poche ore prima fosse toccato proprio al leader del suo partito, Matteo Renzi, ingaggiare un duello “social” nientepopodimeno che con Chiara Ferragni, peso massimo di “like” su Instagram.

Ma di cosa devono discutere un ex presidente del Consiglio e una delle influencer più famose al mondo? Di politica, ovviamente. Di ddl Zan, per la precisione. Ferragni «entra nel dibattito sulla Legge Zan dicendo ai suoi 24 milioni di follower “Che schifo che fate politici”, ( postando, ndr) la mia faccia», scrive piccato su Facebook Renzi, che dedica un lungo post di replica alle accuse mosse dall’influencer, ormai nota, insieme al marito Fedez, per la sensibilità verso i diritti civili. Solo che Renzi non si limita a rispondere difendendo le sue ragioni. No, va oltre. E anche tanto, arrivando a sfidare in pubblico confronto l’autrice dell’ignominioso post. «Sono pronto a un dibattito pubblico con la dottoressa Ferragni, dove vuole e come vuole», scrive l’ex premier. «Sono sempre pronto a confrontarmi con chi ha il coraggio di difendere le proprie idee in un contraddittorio. Se ha questo coraggio, naturalmente», aggiunge Renzi come se stesse sfidando il leader politico di uno schieramento avverso.

Ferragni, nella replica renziana, diventa pari grado di un Matteo Salvini o di un Giuseppe Conte, in un universo confuso in cui follower ed elettori diventano un unico bottino da contendersi. Come se un “like” equivalesse a un voto. In confronto, il povero Zan, con le sue dita incrociate, diventa un pivello. I social sono fatti per gente che li sa maneggiare, magari anche nel bel mezzo di un colloquio col Presidente della Repubblica, per mostrarsi vicini alla gente. E pazienza se i “mi piace” non si trasformano in preferenze all’interno dell’urna, finire tra i trend topic è già qualcosa. Il risultato è garantito se ti metti contro Ferragnez, che della Rete sono imperatori. A difendere la moglie “aggredita” dal politico scende infatti in campo anche il rapper, chesu Twitter cinguetta: «Stai sereno Matteo, oggi c'è la partita. C'è tempo per spiegare quanto sei bravo a fare la pipì sulla testa degli italiani dicendogli che è pioggia». La rissa è servita, con buona pace di Faraone e del «ruolo di politici» da onorare.